Il Consiglio federale ha deciso mercoledì di stanziare complessivamente 5 miliardi di franchi entro il 2036 per la ricostruzione dell'Ucraina. "La Svizzera dà così un forte segnale di solidarietà nei confronti delle persone colpite dalla guerra", ritiene il governo.
Ma “tenendo conto dell'attuale situazione finanziaria della Confederazione”, intende chiedere al Parlamento una dotazione di 1,5 miliardi di franchi entro il 2028 dal bilancio della Cooperazione internazionale (CI). Poi, per la fase 2029-2036, studierà altre modalità di finanziamento per i restanti 3,5 miliardi di franchi, spiega.
Il Consiglio federale, ricordando che finora la Confederazione ha già speso 3 miliardi di franchi per l'Ucraina, sottolinea che la Banca mondiale ha stimato in 440 miliardi di franchi la somma necessaria per la ricostruzione del Paese. La Svizzera sostiene già anche progetti volti a risanare le infrastrutture civili energetiche e sanitarie nonché le strade distrutte.
L'annuncio del Consiglio federale ha subito scatenato l'opposizione del Partito socialista, che ha considerato questa decisione “disastrosa”. "I fondi destinati alla ricostruzione dell'Ucraina non devono andare a scapito di altri progetti umanitari, né essere prelevati dal bilancio ordinario per la cooperazione internazionale", critica il consigliere nazionale Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE). “Invece di concentrarsi sulla rapida attuazione degli obiettivi internazionali, la Svizzera risparmia sulla solidarietà internazionale e investe massicciamente nell’esercito”, aggiunge il consigliere regionale Carlo Sommaruga (PS/GE).
Il Consiglio nazionale, guidato dalla destra, aveva già rifiutato all'inizio di marzo l'idea di creare un fondo straordinario di diversi miliardi per la ricostruzione dell'Ucraina. Ignazio Cassis aveva già annunciato che intende destinare all'Ucraina 1,5 miliardi di franchi tramite i fondi destinati alla cooperazione internazionale.