Sport, 12 aprile 2024

Passione e aggregazione: il Winti modello da seguire

I Leoni, rivelazione del campionato, sabato hanno giocato contro il Lugano

LUGANO - Il Winterthur è certamente la grande rivelazione di questa stagione calcistica. Non solo è in semifinale di Coppa Svizzera (affronterà il Servette e spera di dar vita alla riedizione della finalissima del 1968 contro il Lugano) ma è pure nelle “magnifiche sei” del nostro campionato, ciò che vale un posto nel torneo finale. Chi nel mese di luglio scorso pensava che la squadra della cintura zurighese dovesse lottare per la salvezza ha preso un grosso abbaglio: il “Winti” è lì a giocarsela con le migliori, con personalità, spirito garibaldino ed una rosa di buona qualità. Di questo abbiamo parlato con il nostro collega Ilario Biondini, telecronista di Blue TV, che in questa stagione ha visto diverse volte i cosiddetti Leoni. 



Winterthur rivelazione di Super League. Esatto? 
Certamente. All’inizio di questa stagione neppure il tifoso più ottimista avrebbe immaginato di trovare i biancorossi in semifinale di Coppa Svizzera e in corsa per la parte alta della classifica di Super League. Anche perché, nonostante l’ottimo avvio di campionato rispetto alle previsioni, dirigenti, staff tecnico e giocatori del Winterthur hanno continuato a parlare di un obiettivo stagionale molto più modesto: il mantenimento del posto nella massima categoria, raggiunto a fatica lo scorso torneo.


Quali sono i segreti di questa squadra?
Riallacciandomi alla risposta precedente, uno degli aspetti maggiori è legato all’umiltà che ha continuato a regnare. Nessuno ha fatto voli pindarici dopo l’inizio positivo di questa stagione, per cui la squadra ha potuto continuare a lavorare senza una pressione eccessiva. Sul piano tecnico il Winterthur possiede un rendimento offensivo elevato, frutto di precisione al tiro, cinismo, abilità nel colpire con rapide azioni in verticale e ottima condizione fisica, che permette di segnare molto nel secondo tempo e in particolare nell’ultimo quarto d’ora. Inoltre gli zurighesi hanno subito poche espulsioni (due nella stessa gara e in pochi minuti!) Ciò non va comunque a scapito di una notevole combattività, con ben 110 contrasti di media a partita. 


Si può paragonare al Chievo Verona dei tempi andati?
Solo in parte. Come accaduto ai gialloblù una ventina di anni fa, il Winterthur sta ottenendo risultati superiori alle più rosee aspettative. Non dimentichiamo che i Leoni, dopo ben 40 anni trascorsi nella serie cadetta, sono tornati nell’élite del calcio svizzero appena due stagioni fa e in modo molto sorprendente, superando in vetta alla classifica di Challenge League il favorito Aarau nell’ultima giornata. Il paragone col Chievo, club di un quartiere di Verona dove vivono 4'500 persone, non regge invece a livello demografico; Winterthur è una delle principali città svizzere, con circa 110'000 abitanti.


Come riesce a reggere, allora, alla concorrenza di Zurigo e Grasshoppers?
Sfruttando alcune caratteristiche particolari. Lo stadio è parecchio vetusto ma vi si respira un’atmosfera famigliare, alla buona. C’è persino una tribuna riservata ai giovanissimi nella Sirupkurve, la curva dello sciroppo, quello dolce da diluire nell’acqua, amato dai ragazzi. Grazie anche al fatto che gli spettatori sono vicinissimi al rettangolo verde, la Schützenwiese è quasi sempre piena e funge da luogo adatto all’aggregazione sociale, per cui tanti tifosi si fermano a lungo per bere, mangiare e chiacchierare al termine delle partite. In questa stagione il Winterthur sta fornendo ulteriori stimoli nelle gare casalinghe. Non molla neppure in situazioni estremamente critiche; col Servette, in gennaio, perdeva 3-1 a pochi minuti dal termine ed è pervenuto al pareggio, mentre col Basilea ha segnato un gol in nove contro undici! Inoltre mister Rahmen, reduce dall’esperienza al timone della nazionale rossocrociata under 21 che gli permette di valorizzare ragazzi talentuosi, propone un calcio spesso spettacolare. 


A proposito: Rahmen si è rilanciato dopo le delusioni di Basilea ed Aarau.
Winterthur è diventato un trampolino di (ri)lancio pure per gli allenatori. I due predecessori di Rahmen, Frei e Berner, sono approdati al Basilea, rispettivamente al Grasshoppers, due società più blasonate di quella biancorossa, anche se si tratta ormai di nobili decadute.


Quali sono i giocatori di spicco del Winti?
Tre calciatori meritano una menzione speciale, fermo restando che una compagine come quella zurighese, priva di stelle, deve far leva più di altre sul collettivo. La mezza-punta Ltaief, abilissima nell’uno contro uno grazie a tecnica e rapidità, sta segnando con maggior regolarità ed è ai vertici della graduatoria di Super League relativa ai top-scorer. L’esterno destro Gantenbein è diventato uno specialista degli assist e sa firmare gol decisivi, come l’altra settimana contro il Servette. Infine citerei Keller, ennesimo giovane portiere svizzero di grande talento. Non sempre viene ben protetto dai compagni, anzi, come conferma la recente, clamorosa autorete di Diaby a Basilea.


Impressionanti sono i numeri relativi alla presenza di pubblico allo stadio. Numeri nettamente diversi da quelli del Lugano, terzo in classifica, costantemente in Europa negli ultimi anni e due volte finalista di Coppa. 
Il Wintethur ha circa 8'000 veri tifosi, quelli che assistono regolarmente alle partite casalinghe. Purtroppo, invece, il Lugano ha lo stesso problema del Servette: attira tanta gente solo in occasione di un grande evento come la finale di Coppa. Nella Svizzera tedesca si nota spesso maggior calore allo stadio rispetto al Ticino e alla Romandia, almeno per quanto concerne il calcio. 


Una finale di Coppa riedizione del 1968 Lugano- Winterthur non sarebbe male. 
Sì, anche per la passione autentica, genuina che i tifosi zurighesi porterebbero al Wankdorf. Per approdare all’atto conclusivo i biancorossi dovranno però compiere un’altra impresa, eliminando in semifinale il Servette nella bolgia della Schützenwiese.

M.A.

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