Svizzera, 31 gennaio 2024

Sua moglie viene in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito, lui lo viene a sapere via e-mail

Una donna italiana ha deciso di venire in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito. All'insaputa del marito, che lo ha saputo solo più tardi, informato via e-mail. È la triste vicenda di una coppia, il cui figlio adolescente era deceduto nel gennaio 2023 a causa di una malattia degenerativa. L'episodio ha sconvolto la vita dei due e la madre in particolare, 55enne, non si è mai ripresa ed è precipitata nella depressione. La cinquantenne era in uno stato mentale così disperato che ha contattato discretamente un'organizzazione di suicidio assistito a Basilea. A luglio la sorella viene a conoscenza delle sue intenzioni e avvisa il marito, che vive in Canada per motivi professionali.

Il marito, in compagnia della sorella, hanno subito raggiunto la donna a Basilea: “Abbiamo raggiunto Marta (nome di fantasia) e abbiamo cercato di ragionare con lei. Ci ha rassicurato, assicurandoci che aveva rinunciato a questa idea”, ha raccontato l'italiano a “La Repubblica”. Pur rassicurati, i vicini della donna italiana hanno cercato di contattare l'organizzazione di Basilea per spiegare la situazione: “Abbiamo scritto che mia moglie era gravemente in lutto e che stava attraversando un periodo di depressione. Abbiamo chiesto di essere messi in contatto con la persona che l'ha seguita nel percorso di suicidio assistito”, spiega il marito.

Eppure la donna ha deciso di ricorrere comunque al suicidio assistito, il 12 ottobre, nel più grande segreto. Un'ora prima della morte, l'avvocato della cinquantenne ha ricevuto un SMS da un numero anonimo. Nel testo sono contenute le ultime volontà della donna torinese: "Per favore, torna a casa, spegni il telefono, dona i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l'urna contenente le ceneri di nostro figlio". Questo SMS ha allarmato l'avvocato, che ha avvertito il marito, che si trovava allora in Canada. Immediata è stata emessa la denuncia di persona scomparsa.

Solo poche ore dopo il marito di Marta si è accorto che nella sua cartella spam era arrivata un'e-mail dalla clinica di Basilea. La mail che annunciava la triste notizia è stata inviata dopo la morte. Diversi giorni dopo riceve un'urna contenente le ceneri della sua compagna e un certificato di morte, senza spiegazione. “Non ho potuto vedere il corpo di mia moglie prima della cremazione”, si lamenta.

Medico, consigliere comunale di Torino e responsabile scientifico di Exit Italia, Silvio Viale difende la clinica di Basilea: "Sono sicuro che l'ente di Basilea (...) ha effettuato tutti gli accertamenti medici", spiega al TGCOM 24. "Inoltre, se il caso era già noto alla famiglia prima dell'estate che volesse ricorrere a Exit significa che era in evoluzione da mesi. Non mi sorprende che l'organizzazione abbia rispettato non solo la volontà della signora di morire con dignità, ma anche le disposizioni relative all'autopsia nei confronti della famiglia", ritiene, aggiungendo che però "dispiace per il marito, al quale è stata presentata una fatto compiuto”.

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