L’ONU – in balìa dell’islamo-gauchismo e del climatismo – è ormai del tutto screditata. In più, tramite i suoi patti, costituisce una minaccia per la nostra sovranità. Questi patti vengono inizialmente definiti “non vincolanti” (soft law). Col tempo però lo diventano. E del resto non si è mai visto che Berna sottoscriva un accordo senza poi attenervisi con zelo autolesionista.
Ricordiamo che è sempre pendente l’adesione della Svizzera al patto ONU sulla migrazione. Quello che vuole introdurre la libera circolazione delle persone a livello mondiale, trasformando l’immigrazione clandestina in un diritto umano ed inventandosi la figura del rifugiato climatico. Il tema è al vaglio della Commissione di politica estera del Consiglio degli Stati. La successiva fregatura è già in arrivo. In maggio dovrebbero infatti concludersi i negoziati per il trattato dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sulle pandemie.
Esso prescriverà agli Stati firmatari il comportamento da tenere in caso, appunto, di pandemia. Il sogno dell’OMS (agenzia dell’ONU) è quello di imporre al mondo intero lockdown, confinamenti, obblighi vaccinali. Alla faccia della sovranità delle singole nazioni e delle libertà individuali. E’ chiaro che la politica sanitaria svizzera – che non deve tenere conto solo del numero dei contagi, ma anche di molti fattori socioeconomici: il covid qualcosa al proposito l’ha insegnato – non la decide il direttore etiope dell’OMS. Per cui, di sottoscrivere un patto internazionale sulle pandemie non se ne parla nemmeno.
A seguire le trattative per la Svizzera è l’Ufficio federale della sanità pubblica, che fa parte del Dipartimento degli Interni. Quest’ultimo da inizio anno è diretto dalla socialista Elisabeth Baume Schneider, scappata dopo solo 12 mesi dal Dipartimento federale di giustizia in quanto non in grado di gestire il caos asilo. C’è dunque da attendersi il peggio.
Nei mesi scorsi, il Consiglio federale è stato sollecitato a più riprese a proposito del patto pandemico OMS, tramite vari atti parlamentari. Il governo nelle sue prese di posizione ha sempre minimizzato e menato il can per l’aia. Su una cosa però è stato esplicito: sarà l’esecutivo a decidere se sottoporre o meno al parlamento l’eventuale adesione al nuovo accordo. Ora, se il legislativo non viene coinvolto, non è nemmeno possibile un referendum: e quindi i cittadini restano fregati.
E’ chiaro che Berna non deve firmare alcun trattato sulle pandemie. Se però – come c’è da temere - il CF decidesse di compiere un passo (scellerato) del genere, allora è chiaro che deve sottoporre la decisione alle Camere federali di modo che sia possibile il lancio di un referendum.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi