Nei giorni scorsi l’Ufficio federale di statistica (UST) ha pubblicato i dati del 2024 sulle persone condannate in Svizzera, suddivisi per nazionalità.
Le cifre dell’UST confermano l’allarme criminalità d’importazione nel nostro Paese. Ed infatti su un totale di 33'088 persone condannate in Svizzera nel 2024, quelle col passaporto rosso (o per nascita o per naturalizzazione) erano 12'649. Di conseguenza, le restanti 20'439 erano straniere.
Si potrebbe obiettare che, su territorio elvetico, una parte dei reati è commessa da “turisti del crimine” che vivono all’estero. Le statistiche UST distinguono tra “popolazione residente permanente” e “altri”. Per essere definito residente permanente in Svizzera, uno straniero deve disporre di un permesso di dimora o di domicilio valido per almeno 12 mesi. Quindi i richiedenti l’asilo non sono conteggiati.
Se prendiamo i dati relativi alla “Popolazione residente permanente” ai sensi dell’UST, scopriamo che nel 2024 in Svizzera sono state condannate 21'300 persone: 11'978 sono svizzeri (come detto: non si sa quanti di loro abbiano trascorsi migratori), mentre tutti gli altri, ovvero 9'322, sono stranieri. Ma in questi 9'322 non sono compresi gli asilanti. E anche così la sproporzione risulta plateale, considerando che gli svizzeri sono il 73% degli abitanti della Confederazione.
Se poi si scorre la tabella relativa alle singole nazionalità e alla percentuale di persone condannate in rapporto alla popolazione residente permanente, si scoprono delle cosucce degne di nota. Ad esempio: gli 11'978 elvetici condannati nel 2024 rappresentano lo 0,18% degli svizzeri residenti nel nostro Paese. I tedeschi hanno lo stesso “tasso di delinquenza” degli svizzeri (0,18%), gli austriaci sono allo 0,20%, mentre francesi e italiani raggiungono lo 0,28% (quindi in proporzione commettono più reati). Per gli albanesi la percentuale sale allo 0,47%, per i rumeni allo 0,56%, per i turchi allo 0,58%, per i serbi allo 0,62%, per i kosovari allo 0,63% e per i montenegrini allo 0,78%.
Se ci si sposta nel continente africano, le cifre schizzano verso l’alto: Algeria 1,83% – quindi dieci volte la percentuale degli svizzeri e, ripetiamo, senza conteggiare gli asilanti! – Angola addirittura 2,05% (la quota più alta di tutte), Costa d’Avorio 1,23%, Congo 1,85%, Guinea Bissau 1,88%, Capo Verde 1,90%, Marocco 0,93%, eccetera.
Ecco dunque, nero su bianco, quello che gli immigrazionisti censurano: c’è un nutrito gruppetto di nazionalità africane che, in proporzione, delinque dieci volte di più rispetto agli svizzeri. Però qualcuno pensa ancora di venirci a raccontare favolette sul “racial profiling”.
La statistica 2024 dell’UST sulla delinquenza fornisce ulteriori spunti interessanti in relazione alla nazionalità degli stranieri nei cui confronti è stata emessa una condanna con espulsione. Si tratta quindi di soggetti che, nel nostro Paese, hanno commesso reati gravi.
Ebbene, in cima alla lista spuntano gli algerini con ben 335 individui condannati con espulsione. Mettendo questo dato in relazione alla percentuale della popolazione delinquente per nazionalità, per l’Algeria l’1,83% (vedi sopra) il quadro che ne esce non è dei più edificanti. Se poi aggiungiamo pure gli asilanti in arrivo da quel paese… Tuttavia nemmeno gli albanesi scherzano, con 215 condanne con espulsione, mentre i marocchini raggiungono quota 162.
E per quel che riguarda gli Stati UE? Largamente in testa la Romania, con 235 condanne con espulsione; la Francia arriva a 149, l’Italia a 99, mentre la Germania si ferma a 46. Solo sommando le quattro nazionalità appena citate, e solo per le condanne emesse nel 2024, arriviamo a 529 espulsioni.
Ebbene, gran parte di queste espulsioni, se entrasse in vigore l’accordo di sottomissione all’ UE, diventerebbero impossibili da attuare. Ciò a seguito della direttiva europea sulla cittadinanza.
E intanto i partiti che bramano il deleterio trattato con Bruxelles vorrebbero farci credere di avere a cuore la sicurezza del nostro territorio. Come no!
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi