Di conseguenza c’era molta attesa per decifrare il post derby, ovvero come entrambe le formazioni avrebbero assorbito e scaricato le tossine del terzo incrocio diretto stagionale. Avrebbe confermato il Lugano il suo buon momento e la netta vittoria sui leventinesi del venerdì sera? Si sarebbe, per contro, riscattato l’Ambrì Piotta dopo la scoppola della Corner Arena? Ebbene, le risposte sono state piuttosto deludenti: le due squadre ticinesi sono uscite infatti sconfitte. I bianconeri in quel di Losanna, i biancoblù nella sfida interna contro lo Zugo leader del torneo.
Una serata, insomma, amara, soprattutto per la squadra di Luca Cereda che colleziona la sua quinta battuta d’arresto consecutiva e chiude il secondo week end senza punto alcuno. Ancora senza Heed e Bürgler, le cui assenze si sono fatte sentire, i padroni di casa sono andati sotto quasi subito (rete di Herzog al quarto minuto) ma hanno se non altro ritrovato lo spirito di squadra ed un gioco più solido e meno arrendevole rispetto al derby. Così Pestoni ha pareggiato a metà primo tempo. La partita ha vissuto poi su un sostanziale equilibrio sin quando a pochi secondi dalla seconda sirena Michaelis ha segnato la rete dell’1-2. Un gol che proprio non ci voleva. Nel terzo finale i leventinesi ci hanno provato ma alla fine lo Zugo ha fatto valere una miglior qualità.
Niente da fare nemmeno per il Lugano. La squadra, bella, vivace e aggressiva contro l’Ambrì, a Losanna non ha saputo ripetersi, perdendo la terza partita su tre contro i romandi. La rete di Arcobello in apertura ha illuso un po’ tutti. Ma non ha certamente intimorito la squadra di casa, che non ha mollato di un centimetro e nel secondo tempo ha ribaltato il risultato in soli dieci minuti grazie alle reti di Fuchs, Riat e Jäger. Nel periodo conclusivo i bianconeri hanno preso in mano le redini del confronto ma Pasche ha abbassato la guardia e per gli attaccanti ticinesi non c’è stato nulla da fare. Anzi: è stato ancora il Losanna, grazie a Rochette, a segnare la quarta segnatura che ha, di fatto, chiuso il confronto.
Di lavoro ce n’è ancora, e molto anche per Koskinen (ieri preferito a Schlegel) e soci.