il gruppo Signa, di proprietà del miliardario 46enne René Benko, ha depositato il bilancio. Lo fa sapere il gruppo in un comunicato stampa rilasciato mercoledì. La domanda è stata depositata presso il Tribunale commerciale di Vienna. Si segnala inoltre che è richiesta l'adozione di un piano di risanamento.
"L'obiettivo è l'ordinato proseguimento delle attività operative", prosegue il comunicato. La ristrutturazione dell'azienda dovrebbe essere effettuata nel quadro di una gestione autonoma. Signa giustifica la sua richiesta di insolvenza con la “forte pressione economica” nel commercio al dettaglio stazionario, in cui si è trovato il settore Retail del gruppo. "Anche nel settore immobiliare, negli ultimi mesi fattori esterni hanno avuto un impatto negativo sullo sviluppo degli affari", aggiunge la nota.
Secondo quanto riporta il Blick, questo fine settimana la banca privata Julius Baer ha concesso al finanziere austriaco tre tranche di credito da 200 milioni di franchi ciascuna. Una delle tranche sarebbe coperta da garanzie il cui valore è in dubbio, spiega una fonte vicina alla questione al giornale svizzerotedesco. La somma prestata è stata confermata da Julius Baer che è stato costretto a dare spiegazioni mentre il gruppo di Signa mostrava segnali preoccupanti in inizio settimana.
Signa è una holding industriale e azionaria internazionale privata attiva nel settore immobiliare, nel commercio al dettaglio e nei media. Il proprietario René Benko aveva acquistato molti dei suoi immobili in un periodo di bassi tassi di interesse e per questo si era indebitato pesantemente. È così che negli anni si è formato un inestricabile conglomerato di oltre 1000 singole aziende. Gli alti costi di costruzione, l'aumento dei tassi di interesse e i problemi interni avevano recentemente messo il gruppo commerciale e immobiliare in una situazione difficile.
Al centro della tempesta di insolvenze vi è la catena svizzera di grandi magazzini Globus, per metà di proprietà del gruppo Signa e del gruppo tailandese Central Group. Quest'ultima potrebbe rilevare la maggioranza di Globus, come ha già fatto per i grandi magazzini britannici Selfridges.