Una fatalistica rassegnazione serpeggia fra molti cittadini elettori, che – questa volta a torto – ritengono inutile andare al seggio poiché “i politici fanno quello che vogliono e non cambierà mai nulla”.
Significativi al riguardo sono alcuni commenti disincantati apparsi recentemente sulla chat del mio sito elettorale: “La Svizzera è finita, ormai si è messa nel giro sbagliato che la porterà verso una lenta ma inesorabile asfissia”; “Ci attendono tempi duri”; “Ti sembra normale cercare la salvezza dal Titanic?”; “Amico, la Svizzera era un modello, lo hanno già distrutto”; e così via...
Altri partecipanti per contro condividono le mie posizioni: “Un gioiello come la Svizzera va salvaguardato”; “Föra di ball, lui a Cassis”; “Bravo. Cassis non ne parliamo”; “Se la situazione è questa, togliamo le sanzioni, così non ci sono discussioni”.
Vi è anche chi però con irruenza mi contesta e mi fa la paternale: “Cacciatelo via [ndr Cassis] e continuate tranquillamente ad essere il paradiso fiscale di tutti i tiranni spacciatori mafiosi trafficanti di armi evasori fiscali” (sic!).
I brevi video postati sui social hanno comunque creato dibattito sulle mie idee “politicamente scorrette”: è ciò che auspico da quando ho iniziato a scrivere le Tribune su Il Mattino, a dimostrazione che - quando si ha il coraggio di “prende il toro per le corna” - si risvegliano gli interessi per la res publica, contrariamente all’opaca politica del PLR volta a diffondere il pensiero unico (mainstream) che guarda solo alla salvaguardia dei seggi e del potere, ma disincanta gli elettori.
È un dovere quindi (più che un diritto) andare a votare: occorre che a Berna siedano parlamentari che a pensano come noi, perché ora è in gioco il futuro della Svizzera, che vogliamo salvaguardare indipendente (non supina ai diktat di UE o NATO), economicamente forte e coesa, così come oggi è ancora vista e apprezzata a livello mondiale.
Se non l’aveste ancora fatto (come il sottoscritto che per tradizione si reca ai seggi la domenica mattina alle 11:00), approfittate di queste ultime ore di apertura per votare chi la pensa come noi: paladini di una Svizzera orgogliosa e neutrale.
Ecco alcune pillole controcorrente, a mo’ di adrenalina (sprone), per affrettare gli indecisi di
andare alle urne:
• Non vogliamo che personaggi alla stregua dell’irlandese David O’ Sullivan, ispettore dell’UE, venga a tirare le orecchie agli svizzeri perché a suo avviso non fanno bene i compiti loro assegnati dall’Europa / G7 / NATO; né tantomeno desideriamo Tribunali stranieri che ci giudicano.
• Dobbiamo difendere la piazza finanziaria ticinese / svizzera dagli attacchi malevoli che perseguono il solo fine di destabilizzarla (quando invece i capitali sporchi trovano benevola accoglienza proprio negli Stati Uniti).
• Non vogliamo più accogliere profughi economici mascherati da asilanti, che stanno invadendo l’Europa e si fermano in Svizzera (vedi il caos di Chiasso), generando ogni sorta di problemi di convivenza (sperando poi che non ci scappi anche l’attentato terroristico...!).
• La Svizzera deve ridiventare una piattaforma di pace e di diplomazia e come tale essere riconosciuta da tutti: ciò è incompatibile con la partecipazione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU (anche se solo per due anni), come i recenti fatti dimostrano chiaramente.
In conclusione, ispiriamoci all’aforisma di Einstein: “Per essere apprezzati dal gregge bisogna anzitutto essere una pecora”. A noi non piace belare ma cantare fuori dal coro, ecco perché continueremo - o da Berna o da Lugano, che sia - la nostra sfida e le nostre battaglie controcorrente.
Io non ho paura del mio coraggio, e voi? andrete a votare?