Lodevole Consiglio di Stato,
Il Centro “Al Suu” di Bombinasco, nel Malcantone, ha chiuso le porte nei mesi scorsi lasciando per strada 17 dipendenti e 8 ospiti disabili in cerca di un tetto dove “ripararsi”. Fra Martino Dotta, direttore della Fondazione Francesco e presidente del Comitato dell'Associazione vivere insieme (AVI) che gestisce il centro, aveva accennato a lavori di ristrutturazione dello stabile. La spesa totale si attestava a circa 5 milioni di franchi. La struttura sarebbe però in procinto di essere venduta alla Croce Rossa, che ha già intravisto la possibilità di insediarci un centro per richiedenti l’asilo. La proprietà dell’intero complesso è di proprietà delle Suore dell’Opera Serafica di Soletta. Visto che per convenzione il sito deve essere utilizzato non per scopi di lucro, ma per opere di bene o sociali, c’è chi ha già pensato al futuro dell’enorme villa, appunto, un centro per richiedenti l’asilo minorenni. Molti abitanti del piccolo paese Malcantonese e della regione, sono preoccupati, anche a seguito dei fatti violenti e di criminalità che hanno visto protagonisti i richiedenti l’asilo in altri Comuni, Chiasso in primis. E vorrebbero evitare di portarsi in casa una struttura che potenzialmente potrebbe peggiorare la sicurezza della regione. A breve la regione voterà pure sul progetto aggregativo “Lema” che prevede l’aggregazione dei Comuni Astano, Bedigliora, Curio, Novaggio e Miglieglia. L’apertura di un centro asilanti potrebbe in qualche modo ipotecare il progetto aggregativivo.
A Chiasso, molte persone hanno paura ad uscire la sera perché la presenza dei richiedenti l’asilo ha di fatto compromesso la sicurezza cittadina. La precaria situazione di Chiasso va risolta e sarebbe buona cosa non replicarla in altre regioni del Cantone, soprattutto in paesini dove la presenza dei richiedenti l’asilo risulterebbe essere maggiore dei cittadini residenti.
Fatta questa premessa chiediamo al Consiglio di Stato:
Conferma che la Croce Rossa è interessata ad acquistare, o ad affittare la struttura per insediare un centro richiedenti l’asilo per minorenni?
Se si, quante persone verrebbero ospitate?
Intende opporsi all’apertura di questa struttura in una zona discosta che provocherebbe, inevitabilmente problematiche di ordine pubblico e sicurezza?
Se no, per quali motivi?
Se no, cosa intende fare per garantire la sicurezza dei cittadini residenti e per evitare che la situazione di Chiasso si replichi a Bombinasco e nelle località adiacenti?
Non crede che nel permettere l’apertura di nuove strutture su territorio ticinese, significa aumentare il numero di richiedenti l’asilo in Ticino?
Non crede che nel permettere l’apertura di nuove strutture su territorio ticinese, significa sostenere la disastrosa politica del settore dell’asilo promossa dal Consiglio federale e della sua capo dipartimento, signora Baume – Schneider?
Il Centro “Al Suu” di Bombinasco, nel Malcantone, ha chiuso le porte nei mesi scorsi lasciando per strada 17 dipendenti e 8 ospiti disabili in cerca di un tetto dove “ripararsi”. Fra Martino Dotta, direttore della Fondazione Francesco e presidente del Comitato dell'Associazione vivere insieme (AVI) che gestisce il centro, aveva accennato a lavori di ristrutturazione dello stabile. La spesa totale si attestava a circa 5 milioni di franchi. La struttura sarebbe però in procinto di essere venduta alla Croce Rossa, che ha già intravisto la possibilità di insediarci un centro per richiedenti l’asilo. La proprietà dell’intero complesso è di proprietà delle Suore dell’Opera Serafica di Soletta. Visto che per convenzione il sito deve essere utilizzato non per scopi di lucro, ma per opere di bene o sociali, c’è chi ha già pensato al futuro dell’enorme villa, appunto, un centro per richiedenti l’asilo minorenni. Molti abitanti del piccolo paese Malcantonese e della regione, sono preoccupati, anche a seguito dei fatti violenti e di criminalità che hanno visto protagonisti i richiedenti l’asilo in altri Comuni, Chiasso in primis. E vorrebbero evitare di portarsi in casa una struttura che potenzialmente potrebbe peggiorare la sicurezza della regione. A breve la regione voterà pure sul progetto aggregativo “Lema” che prevede l’aggregazione dei Comuni Astano, Bedigliora, Curio, Novaggio e Miglieglia. L’apertura di un centro asilanti potrebbe in qualche modo ipotecare il progetto aggregativivo.
A Chiasso, molte persone hanno paura ad uscire la sera perché la presenza dei richiedenti l’asilo ha di fatto compromesso la sicurezza cittadina. La precaria situazione di Chiasso va risolta e sarebbe buona cosa non replicarla in altre regioni del Cantone, soprattutto in paesini dove la presenza dei richiedenti l’asilo risulterebbe essere maggiore dei cittadini residenti.
Fatta questa premessa chiediamo al Consiglio di Stato:
Conferma che la Croce Rossa è interessata ad acquistare, o ad affittare la struttura per insediare un centro richiedenti l’asilo per minorenni?
Se si, quante persone verrebbero ospitate?
Intende opporsi all’apertura di questa struttura in una zona discosta che provocherebbe, inevitabilmente problematiche di ordine pubblico e sicurezza?
Se no, per quali motivi?
Se no, cosa intende fare per garantire la sicurezza dei cittadini residenti e per evitare che la situazione di Chiasso si replichi a Bombinasco e nelle località adiacenti?
Non crede che nel permettere l’apertura di nuove strutture su territorio ticinese, significa aumentare il numero di richiedenti l’asilo in Ticino?
Non crede che nel permettere l’apertura di nuove strutture su territorio ticinese, significa sostenere la disastrosa politica del settore dell’asilo promossa dal Consiglio federale e della sua capo dipartimento, signora Baume – Schneider?