Opinioni, 16 ottobre 2023
Davide Chinelli: il coraggio di vivere
Tribuna del politicamente scorretto di Giorgio Grandini
L’introduzione del voto per corrispondenza, anche per le elezioni (e quindi non solo per le votazioni), ha accorciato il periodo di campagna elettorale (di fatto si possono già eleggere da una decina di giorni i candidati per il prossimo parlamento nazionale).
E’ un bene? Non credo: ne soffre la partecipazione attiva e interessata ai comizi (e quindi allo sprint finale) di quei cittadini elettori che ormai hanno già espresso le loro preferenze nelle settimane cruciali antecedenti l’elezione (22 ottobre).
Una nota lieta è per me stato comunque il taglio nuovo (e rivoluzionario) dato dalle Donne della Lega ai vari appuntamenti elettorali che, coordinate dalla loro capofila Natascia Caccia (Lista 14, candidata nr. 4), hanno scelto specifici temi che “interessano direttamente la gente” (Stabio 19.09. – Viabilità; Cadenazzo 28.09. – Violenza psicologica; Arbedo 03.10. – Politica a favore delle persone disabili; Cugnasco Gerra 05.10. – Dignità ai Ticinesi; Morbio Inferiore 06.10. – Conferenza sul lupo; Cadenazzo 09.10. – Valore della neutralità; Bioggio 12.10. – Immigrazione e sicurezza; Locarno 13.10. – L’importanza della cultura, Massagno 20.10. – Giovani e lavoro).
Ho avuto la fortuna di partecipare a diversi appuntamenti elettorali delle Donne Leghiste, che mi hanno confermato la bontà delle mie scelte contro corrente di scrivere dapprima le settimanali Tribune su Il Mattino, nonché di candidarmi poi, come indipendente, sulla lista del Movimento di Giuliano Bignasca (libertario e popolare).
Un incontro, quello sulla inclusione sociale delle persone disabili, mi ha aperto gli occhi sulla salute della politica sociale in Ticino e in Svizzera.
Erano di “scena” Davide Chinelli e Remo Semmler: i due oratori – paraplegici a seguito di gravi infortuni stradali – hanno raccontato la loro sfida alle avversità del destino, uniti nella convinzione di “affrontare e superare le prove del quotidiano con coraggio e orgoglio”; tanto che entrambi sono riusciti a ottenere importanti successi in ambito professionale e sportivo (anche a livello internazionale).
Un recente studio svizzero sull’inclusione dei disabili evidenzia come 4 persone portatrici di handicap su 5 si sentano fortemente escluse dalla società.
In Ticino la situazione appare migliore (malgrado le pratiche burocratiche, volte ad ottenere delle legittime facilitazioni, risultino ancora lunghe e “piene di controsensi”).
Insomma, a detta dei due oratori, “la politica di integrazione e socialità non va confusa con il pietismo”!
Nelle mie note personali al citato incontro osservavo: “E’ emerso un nuovo modo di concepire la politica sociale: creare le condizioni ideali e concrete per favorire l’inserimento attivo delle persone disabili nel contesto familiare e lavorativo. Il portatore di handicap deve essere protagonista del suo destino (non semplicemente andare a rimorchio degli aiuti pubblici o privati)”.
Ma il fato sembra tragicamente prendersi gioco, una volta in più, delle aspirazioni di un uomo libero, coraggioso e di buona volontà.
Sconcertato e attonito ho letto alcuni giorni fa la ferale notizia che il “Maestro di vita”, Davide Chinelli, è stato mortalmente travolto, sul rettilineo che conduce da Lostallo a Soazza, “in sella” alla sua amata handbike, da un motociclista.
Al cospetto di tale dramma, mi ritorna alla mente - e spero possa essere almeno un po’ di conforto al dolore dei familiari e delle persone a lui care (che meglio di me lo hanno conosciuto e apprezzato) - la riflessione del famoso cantautore statunitense Jim Morrison: “Sono nato senza chiederlo e morirò senza volerlo. Lasciatemi almeno vivere come voglio”.
