Svizzera, 04 ottobre 2023

Vicino al confine svizzero i frontalieri “scacciano” chi guadagna in euro

Alle porte di Ginevra e della Svizzera, gli affitti sono diventati proibitivi per chi lavora in Francia e guadagna in euro. Il problema è diventato tanto acuto, che perfino i comuni francesi vicini al confine svizzero hanno difficoltà a trovare dipendenti.

In causa vi sono principalmente i prezzi degli affitti. Per esempio, un trilocale per 1'500 euro al mese, o un appartamento di 35 mq a 790 euro. Sono affitti proibitivi quelli esposti nelle vetrine delle numerose agenzie immobiliari di Saint-Julien-en-Genevois, piccola cittadina cittadina al confine svizzero, e riportati da “20 minutes”.

Situata a una decina di chilometri da Ginevra, questa cittadina molto residenziale è uno dei punti di riferimento preferiti dai lavoratori frontalieri, che lavorano in Svizzera a salari elevati, con un livello di tassazione inferiore, ma preferiscono vivere in Francia, per beneficiare di prezzi più bassi e mantenere la copertura previdenziale francese.

“L'alloggio qui non è nelle mie possibilità”, constata una giovane madre che lavora al municipio di Saint-Julien. “Ho un bambino piccolo e sono incinta, quindi se volessi restare qui mi servirebbe un trilocale con cucina, almeno 1'250 euro”. Come molti di coloro che lavorano a Saint-Julien, questo funzionario pubblico è stata costretta a trovare un alloggio a diverse decine di chilometri di distanza, nella direzione opposta rispetto alla Svizzera.


 
“Essere più vicini alla dogana è ciò che rende gli affitti costosi. Non appena ci si sposta nella campagna circostante, man mano che ci si allontana, il prezzo degli affitti scende drasticamente”, spiega Alec Froppier, agente immobiliare specializzato in affitti a Foncia.

“Le agenzie chiedono tre volte l'affitto come stipendio, quindi si rivolgono direttamente ai lavoratori transfrontalieri. Perché quando hai un affitto di 1000 euro, guadagni 3000 euro in Francia…” sospira consapevolmente Damien Poitout, commerciante a Saint-Julien.

Le cifre sono esplose con la libera circolazione, entrata pienamente in vigore nel 2014, come parte di un accordo bilaterale firmato da Parigi e Ginevra nel 2002. Nel 2020 sono stati più di 215'000 i frontalieri francesi diretti in Svizzera. Dotati di un notevole potere d’acquisto, i frontalieri fanno salire i prezzi, ampliando il divario con coloro che guadagnano in euro.

Non lontano da Saint-Julien, Annemasse ha ottenuto, nel 2021, il triste premio di quarta città più disuguale di Francia. In questa ex città operaia, il 10% più ricco guadagna più di cinque volte di più del 10% più povero, secondo il rapporto annuale dell’Osservatorio delle disuguaglianze. “Ci sono persone che hanno un lavoro fisso, che hanno uno stipendio e che vivono in macchina”, si lamenta Christian Dupessey, sindaco di questa cittadina di 37'500 abitanti alle porte di Ginevra.

In Alta Savoia, il prezzo medio al metro quadrato è aumentato del 30% in cinque anni, secondo un libro bianco promosso dal sindaco di Saint-Julien-en-Genevois, Véronique Lecauchois. “È la giungla”, riconosce Samuel Bonhomme, esperto consulente immobiliare di Foncia, a Saint-Julien, dove un trilocale base si affitta a partire da 1'200 euro, ma può arrivare a più di 1'400 euro.

Un'altra conseguenza grave, tra le altre, è che le autorità locali hanno difficoltà a reclutare personale. A Vulbens, a 10 chilometri dal confine, il 20% dei posti di funzionario pubblico sono vacanti. All'ospedale Saint-Julien, il pronto soccorso non apre prima delle 8 del mattino per mancanza di personale.

“Quando li reclutiamo, le persone sono interessate. Cercano un alloggio e dicono: “No, non è possibile, ripartiamo”, esclama Christian Dupessey.

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