Opinioni, 17 settembre 2023

Giorgio Grandini: "Ecco perchè mi candido"

Mi candido perché...
Mi candido come indipendente poiché sostenitore convinto dei valori, per me sacrosanti, di Libertà Laicità Solidarietà Neutralità, che intendo restituire al dibattito politico. Il PLR, per contro, li considera come l’araba fenice: “che vi siano ciascun lo dice, dove siano nessun lo sa”.
Anche se corro da indipendente, mi trovo di fatto in sintonia con la politica federale della Lega, come dimostrano le mie domenicali Tribune su Il Mattino.
 
Quali sono i progetti (o gli ideali) che vorrebbe portare a Berna?

Voglio promuovere progetti che siano compatibili con le libertà individuali ed economiche e permettano così di creare e ridistribuire ricchezza: esse sono infatti le premesse irrinunciabili del benessere sociale della Svizzera. Concretamente intendo per esempio: combattere in politica sanitaria l’esplosione dei costi (premi assicurativi) rimettendo in discussione la LAMAL; assicurare in politica energetica l’autosufficienza del Paese e contenere gli aumenti delle bollette ricorrendo, se del caso, a una efficiente e sicura produzione atomica; creare in politica migratoria le premesse per la sospensione temporanea del Trattato di Schengen reintroducendo controlli sistematici d’entrata (sul modello dell’Austria) e limitare l’ospitalità prevista dal Trattato di Dublino (asilo) solo ai casi di effettivo bisogno di protezione.
In generale mi propongo di operare allo scopo di snellire la burocrazia dell’apparato amministrativo federale che tende all’ipertrofia tecnocratica, come è il caso nella gestione della sorveglianza finanziaria (compliance), che rischia di sfuggire di mano e minare ulteriormente la sicurezza e il prestigio della Piazza finanziaria elvetica.
 
Svizzera e politica estera: casa ne pensa?
Penso che la politica estera promossa dal Consiglio Federale oltrepassi i confini della realtà storica e geopolitica della Confederazione. È intollerabile che il Ministro degli esteri dichiari “dobbiamo dimenticare di fare noi la Svizzera perché la stanno già facendo l’Europa e il mondo... se non vogliamo perdere il treno”. Ma di quale treno vaneggia Cassis: quello in partenza dalla stazione centrale di Milano o quello sui binari del Hauptbahnhof di Berna?
Mi adopererò invece
per sostenere la neutralità, perché per il nostro Paese essa ha sempre rappresentato e rappresenterà anche in futuro: sicurezza e sopravvivenza, coesione interna, diplomazia della pace e dei buoni rapporti internazionali con tutti i paesi del mondo (anche per favorire il nostro commercio estero).
Sono altresì favorevole, in linea di principio, a una politica di apertura verso l’UE, ma limitatamente a un accordo di libero scambio solido e flessibile (sul modello di quello che sta negoziando oggi la Gran Bretagna), senza nessun legame istituzionale, che è contrario alla nostra Costituzione. Allo stesso modo rifiuto qualsiasi ulteriore integrazione militare nella NATO che ormai da tempo non è più un’alleanza di difesa ma al servizio unilaterale degli interessi espansionistici USA.
 
Il dibattito politico com’è cambiato negli anni?
Negli ultimi anni, al più tardi sicuramente con l’avvento del COVID-19, è vistosamente scemato il dibattito e il confronto politico, lasciando il posto alla diffusione di un pensiero unico (mainstream).
Pensiero unico imposto non si capisce bene da chi, ma certamente per interessi sovranazionali che snaturano l’essenza stessa della nostra democrazia diretta. È infatti palpabile il timore di esprimere le proprie libere opinioni per paura di essere discriminati o addirittura di subire dell’ostracismo (rischio di perdere il posto di lavoro). Si impone quindi il recupero della dialettica politica a tutti livelli, cominciando dai mass media di stato (SSR/RSI), che per loro statuto dovrebbero invece rispettare il principio dell’oggettività e pluralità dell’informazione.
 
Lugano, Ticino, Berna... come collegare queste tre realtà?
Sono tre lati dello stesso triangolo equilatero, come tra l’altro previsto dalla nostra Costituzione (di cui proprio in questi giorni ricorre il 175esimo) che conferisce pari dignità a Confederazione, Cantoni e Comuni e saggiamente distribuisce il potere decisionale e operativo ai vari livelli istituzionali (in rapporto alle specifiche competenze).
Lugano Ticino Berna sono pertanto musicisti della stessa orchestra che dovrebbe suonare armonicamente sotto l’egida dei nostri valori costituzionali (ma sicuramente non sotto il vassallaggiodell’UE e della NATO).

*Dal MDD

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