Intitolato “Con cautela, con fiducia”, il programma è al suo secondo anno ed è condotto da due insegnanti specializzati in salute e benessere. Il suo obiettivo dichiarato è quello di essere “un programma di promozione della salute che contribuisca alla prevenzione degli abusi sessuali”. Nella sua lettera, le autorità scolastiche invitano i genitori ginevrini a dieci incontri informativi a loro scelta in diverse scuole del cantone.
La novità non è però stata apprezzata dal “Collectif parents Suisse” (“Collettivo svizzero dei genitori), un organizzazione che riunisce diverse centinaia di membri a Ginevra, secondo il “TdG”, e circa 2000 simpatizzanti nella Svizzera romanda. Una lettera di rifiuto standard è disponibile da lunedì sul loro sito web con cui, dopo aver modificato il nome, l'età e la classe del proprio figlio si può richiedere che egli non debba presenziare alle lezioni.
La principale critica mossa contro il corso è l'età degli studenti coinvolti e il presunto attivismo politico dell'approccio. “Gli operatori sanitari hanno chiesto ai bambini di 7-8 anni se si sentivano a proprio agio con il loro corpo femminile o maschile e se si sentivano attratti dalle ragazze o dai ragazzi. A quell’età non si fanno domande”, disapprova la presidente del collettivo Vanessa van der Lelij, sulle colonne del quotidiano ginevrino.
Nella sua lettera ai genitori, l’associazione ritiene che l’autorità scolastica mira a introdurre nei bambini “dottrine sul genere, che sono ideologiche”. Un esempio di “propaganda” considera la madre di due adolescenti impegnate nelle sue risse. Secondo lei i bambini “si confidano di più in privato” che davanti a infermieri e psicologi scolastici.
Nato durante la crisi del Covid, il Collettivo Svizzero dei Genitori mira a “creare collegamenti, in tutta la Svizzera, tra genitori preoccupati per il benessere e la salute dei propri figli”. Per loro, questa vicenda di Ginevra si aggiunge alle letture di Drag-Queens nelle biblioteche a bambini e ai vari opuscoli di educazione sessuale distribuiti di recente dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in cui l'associazione aveva manifestato la propria opposzione.
Da parte sua, il Cantone segnala che gli istituti scolastici non hanno ancora ricevuto alcuna lettera di “rifiuto di frequentare il corso”. Il servizio cantonale invia su questo argomento una lettera annuale ai genitori della scuola primaria e un'e-mail ogni due anni.
Dei 20mila genitori informati, “solo una decina hanno chiesto spiegazioni”, secondo il dipartimento. Egli “sottolinea che il programma di educazione alla salute sessuale ed emotiva è adattato all'età degli alunni, intorno ai 7-8 anni, quando si sta costruendo il pudore”, si legge sulla “Tribune de Gèneve”.
Non sappiamo ancora quando si terranno esattamente questi corsi, con grande sgomento del presidente del gruppo: “Il mistero che circonda le date in cui si terranno i corsi ci irrita e la lettera non lo specifica”.