Ticino, 28 luglio 2023

Occhio al Grande Fratello: non siamo mai veramente soli

Parliamo di sicurezza informatica nell’incontro con la dottoressa Katia Trevisan

LUGANO - La digitalizzazione apre nuove opportunità di crescita e possibilità d’impiego per l’economia. Ciò significa pure, tuttavia, una crescente dipendenza da una funzionante infrastruttura informatica digitale. Determinati criminali ne approfittano in pieno. Dall’azienda artigianale fino alle grandi imprese con parecchie migliaia di collaboratori – ognuno ne può essere vittima. Già il 40 percento delle imprese svizzere che hanno partecipato a un’inchiesta hanno indicato di avere sofferto di cibercriminalità. Nei fatti, non soltanto possono finire offline i siti web, ma può rimanere colpita l’intera rete informatica di un’impresa. Il più delle volte le imprese subiscono danni finanziari e in molti casi vengono rese pubbliche anche informazioni riservate. Ne abbiamo parlato con Katia Trevisan,docente al Corso Universitario Executive Security Manager all’Università degli Studi di Milano Bicocca e di Luiss Business School, vice direttore di Dogma S.p.A., che si occupa di investigazioni e intelligence.


Dottoressa Trevisan, siamo maisoli con tutta questa tecnologia che ci circonda?
La risposta è, in senso generale, assolutamente no. Dobbiamo sempre tenere ben presenti alcuni accorgimenti basilari quando utilizziamo gli strumenti tecnologici. 



Come facciamo a metterci al sicuro?
Molto dipende dal sistema operativo installato nel nostro apparecchio. Sappiamo tutti che Apple ha un sistema più “chiuso”, e questo vuol dire che da un lato è anche più sicuro. Tutto il mondo Android è invece un sistema più facile da utilizzare sotto certi frangenti, ma meno sicuro da quel punto di vista, se pensiamo ai telefoni, delle App che abbiamo. 


Cosa possono fare gli Hacker con delle semplici App?
Possono essere craccate “facilmente”: si possono ascoltare le telefonate, si installano applicazioni con le quali si possono trasferire tutti i dati che ci sono sul telefono, l’utilizzo della messaggistica, in alcuni casi anche la telecamera viene utilizzata da terze persone e in altri anche l’audio. Tutto questo con delle App spia che possono tranquillamente essere utilizzate da chiunque.


Anche scaricare?
Anche quando scarichiamo un’applicazione ci portiamo in casa tutta una serie di malware che possono creare seri danni alle persone. Il problema è che quasi sempre sono azioni dell’utente: accetta in maniera inconsapevole un allegato sbagliato, apre una mail fasulla… insomma il classico phishing. Banalmente, se guardiamo la nostra posta elettronica, ne siamo invasi quasi giornalmente. 


Una volta erano pochissime…
Prima erano, per così dire, rare. Adesso iniziano a essere sofisticate, quindi lo vediamo attraverso degli indirizzi assolutamente falsi di corrieri, della Posta, delle banche e delle varie istituzioni.


E per quanto riguarda la videosorveglianza?
In questo momento c’è un mondo di microtelecamere, quasi sempre di provenienza cinese. Sono le più economiche e performanti dal punto di vista tecnico, perché servono allo scopo e quindi molto appetibili. Si acquistano facilmente online, con un semplice clic. Non c’è ancora la consapevolezza.


Si deve proibirne l’utilizzo?
Nessuno proibisce di utilizzare certi apparecchi, ma così come per gli altri strumenti, ci sono degli accorgimenti da attuare. Quindi quanto più sono evoluti questi sistemi, quanto più bisogna evolversi dal punto di vista della sicurezza. Purtroppo, la maggior parte delle persone compera e utilizza queste videocamere per casa in modo banale: lasciano la rete Wi-Fi aperta (senza password), oppure mantengono la chiave di accesso del fornitore. Il problema è che se abbiamo una persona che riesce ad entrare nel nostro sistema, le immagini di casa nostra finiscono in rete e vengono utilizzate per milioni di scopi poco nobili. 


Non siamo consapevoli di quello che facciamo 
Siamo consapevolmente incoscienti, perché tutti noi nel momento in cui utilizziamo il telefono, non andiamo mai a leggere tutte le condizioni contrattuali di una determinata applicazione che scarichiamo. Nel momento in cui c’è un’urgenza, si scarica e non si pensa al lato “legale”. E quindi siamo noi che accettiamo determinate cose. Lo possiamo notare anche quando utilizziamo un motore di ricerca e dopo la terza volta, se non dopo la prima, le risposte ci compaiono in automatico. Ecco, non è fantascienza: siamo noi che accettiamo determinate cose.


Dunque, che fare?
Semplicemente non ci rendiamo conto del risvolto della medaglia. Oppure non ci tocca, e diciamo: ma sì, non ho nulla da nascondere, non importa. Le faccio però un esempio che riguarda i nostri dati personali e il consumo. Partiamo dal fatto che i nostri dati valgono più del petrolio. Faccio l’esempio dei vari delivery, di chi ci porta la pizza o il panino a casa. Io posso immaginare che una grossa catena di hamburger, per non fare nomi, quando vuole aprire una nuova filiale, possa chiedere i dati a queste ditte di consegna a domicilio. Sanno in quale zone vengono venduti più panini, che fascia di età compera, hanno il nome, il cognome e il numero di telefono. Possono capire dove sarà più redditizio costruire un nuovo business. E siamo noi, gratuitamente, che forniamo questi dati. 


Il Grande Fratello ci osserva sempre.
L’abitudine crea il business e soprattutto crea, ed è forse la cosa più inquietante, la domanda. Il Grande Fratello di Orwell è tra noi, ci osserva e, di fatto, conosce tutte le nostre abitudini. Non siamo davvero in grado di capire che non è il singolo dato a ingrossare i profitti di queste multinazionali, ma il mio dato unito a tutti gli altri miliardi di dati presenti nel mondo. Siamo nel Matrix più assoluto. 


E lei cosa pensa adesso dell'avvento dell’Intelligenza Artificiale? 
Tema interessante che stiamo cercando di affrontare, più dal punto di vista etico. Non parto prevenuta o negativa sulla potenzialità dello strumento Intelligenza Artificiale, perché sicuramente porterà delle cose fantastiche, ottime, utili a livello generale. Creerà nuovi posti di lavoro, ne toglierà altrettanti ma questa è l’evoluzione normale dovuta alla tecnologia. Dal punto di vista della sicurezza, secondo me ci saranno momenti di grande difficoltà. Ho letto proprio in questi giorni un articolo in cui dicevano che addirittura i cyber criminali stanno chiedendo all'intelligenza artificiale come bucare alcuni sistemi. Ne sfruttano la vulnerabilità per utilizzarla in atti criminali. 


Che effetti avrà sulle prossime generazioni?
Ci vorrà ancora un bel po’prima che capiremo quali possano essere gli effetti di questa nuova tecnologia, per poi anche capire quali contromisure utilizzare per farne un uso corretto. Ma la tecnologia, è un dato di fatto, è sempre un passo avanti all’uomo. 


Per concludere, ci sono delle regole che dobbiamo seguire? 
Certamente ci sono delle regole di base. Un’attenzione maggiore quando si scaricano le App. Fare attenzione alle cose che ti scarichi quando apri le mail e fai un attimo di attenzione in più. Poi, una cosa che tutti fanno, non allacciatevi alla rete Wi-Fi dell'aeroporto o di un Centro cittadino. Trasferiamo dati sensibili e personali all’estero, magari in Paesi tecnologicamente più avanzati di noi, come Cina o Paesi Arabi. Non mettere in mostra la propria data di nascita, oppure la città di provenienza. Oggi si può rubare un’identità con questo semplive dato. Ci sono persone che sanno come aprire un conto bancario utilizzando i vostri dati, se poi succede qualcosa di illegale, a farne le spese sarete voi.

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