Carlo Pellegatti: come ha conosciuto Silvio Berlusconi?
Negli anni d’oro del Milan di Arrigo Sacchi. Lo intervistai per la prima volta dopo un derby vinto contro l’Inter. Sorrideva sempre, era empatico e se gli facevi qualche domanda scomoda, ti sorprendeva sempre con delle risposte precise e schiette e naturalmente condite con delle battute. Il Cavaliere piaceva anche per questo. Anche ai tifosi di altre squadre.
Berlusconi, quando lei iniziò a Mediaset, era molto presente negli studi e nelle trasmissioni.
È stato un maestro, direi un precursore. Quando non aveva ancora cominciato con la politica, seguiva in prima persona tutte le trasmissioni sportive e cercava di apportare dei correttivi, ma sempre con grande modestia, per farci migliorare . Soprattutto nella forma. Non ha mai messo il becco sui contenuti, non ha mai stravolto un programma perché qualcosa non gli piacesse dal profilo editoriale. E a noi giornalisti-tifosi predicava sempre il rispetto degli avversari. Soprattutto nei confronti dei rivali nerazzurri. Lui era il presidente del Milan ma anche milanese.
È vero che avrebbe dovuto comprare l’Inter?
Questa è una delle tante bufale messe in giro dagli interisti, che nel trentennio berlusconiano ci hanno preso poche volte. E devono farse ancora una ragione. No, Berlusconi andò dritto sul Milan, perché era la squadra di suo padre Luigi. Chi racconta altre storie, non sa di cosa parla…
Si dice che Berlusconi fosse molto generoso.
Avrei mille episodi da raccontare a questo proposito. Mi limito ad uno, forse il più emblematico. Il papà di Shevchenko era molto malato al cuore e Berlusconi intervenne personalmente affinché lo trasferissero da Kiev in un ospedale di Pavia per curarlo. In pratica gli salvò la vita.
È vero che avrebbe dovuto comprare l’Inter?
Questa è una delle tante bufale messe in giro dagli interisti, che nel trentennio berlusconiano ci hanno preso poche volte. E devono farse ancora una ragione. No, Berlusconi andò dritto sul Milan, perché era la squadra di suo padre Luigi. Chi racconta altre storie, non sa di cosa parla…
Si dice che Berlusconi fosse molto generoso.
Avrei mille episodi da raccontare a questo proposito. Mi limito ad uno, forse il più emblematico. Il papà di Shevchenko era molto malato al cuore e Berlusconi intervenne personalmente affinché lo trasferissero da Kiev in un ospedale di Pavia per curarlo. In pratica gli salvò la vita.
Il presidente non ha mai fatto differenze fra i suoi giocatori ma sicuramente aveva qualche preferito.
Beh, direi Franco Baresi. Ma anche altri calciatori che lo avevano illuminato con giocate magistrali. Cito ad esempio Savicevic e pure Ibrahimovic. Aveva un debole per i calciatori estrosi.
Con Arrigo Sacchi, a proposito, si scontrò per un giocatore.
Scontrarsi mi sembra esagerato. Ci fu una diatriba a causa dell’argentino Claudio Borghi. Berlusconi stravedeva per lui mentre il Mister preferiva un altro tipo di giocatore. Alla fine prevalse Sacchi che minacciò di andarsene: Lei faccia il presidente e io l’allenatore, altrimenti mi licenzi”, disse piccato. Il Cavaliere, che ha sempre sostenuto Arrigo, diede ascolto al Mister.
Che cosa lascia in eredìtà l’ex presidente del Milan?
Non sarà facile trovare un altro Silvio Berlusconi. Ha rivoluzionato il calcio. Ha regalato al Milan e a suoi tifosi tante emozioni. Certo: i soldi fanno tantissimo, ma lui aveva delle visioni e grazie a quelle ha centrato tutti i suoi obiettivi. Nello sport come nella vita.
Pensiero finale.
Non potrò mai dimenticare la grande opportunità professionale che mi ha dato. Grazie, signor presidente!
M.A.