Sport, 19 giugno 2023

“Fu grazie al Cavaliere se entrai nel fantastico mondo di Mediaset”

Il giornalista-tifoso Carlo Pellegatti ricorda Silvio Berlusconi

MILANO (Italia) - Carlo Pellegatti rivendica a piena voce lo status di giornalista-tifoso (del Milan). Lui che ha vissuto l’epopea berlusconiana da metà anni Ottanta sino al grande ritiro del Cavaliere, avvenuto nel 2017. Carlo, milanese DOC, è noto ai calciofili per le sue telecronache e le sue interviste particolarmente colorate ed appassionate in cui chiama i giocatori rossoneri con nomignoli fantasiosi, facendo ricorso, come ci ricorda la rivista Forza Milan!, a citazioni letterarie e pure mitologiche. Nel 1984 ha fatto il suo esordio a Qui Studio a Voi Stadio, la popolare trasmissione di Fabio Ravezzani in cui anche un cameriere o un architetto sconosciuto possono dire la loro, e poi nel 1989 è passato a Mediaset dopo un lungo percorso professionale. Nei primi anni Duemila è stato telecronista delle partite dei rossoneri di Milan Channel mentre dal 2007 è passato a Mediaset Premium. Grande appassionato di ippica, deve molto a Silvio Berlusconi, grazie al quale, dice Pellegatti, “sono entrato nel fantastico mondo di Mediaset dopo un colloquio telefonico con il Cavaliere. A tanti anni di distanza non mi stupisce che fu proprio lui a decidere la mia assunzione: Berlusconi ti studiava, ti trattava come se fossi un suo pari e se gli piacevi e gli incutevi fiducia, ti assumeva. È capitato a me, gliene sono molto grato ”.  



Carlo Pellegatti: come ha conosciuto Silvio Berlusconi? 
Negli anni d’oro del Milan di Arrigo Sacchi. Lo intervistai per la prima volta dopo un derby vinto contro l’Inter. Sorrideva sempre, era empatico e se gli facevi qualche domanda scomoda, ti sorprendeva sempre con delle risposte precise e schiette e naturalmente condite con delle battute. Il Cavaliere piaceva anche per questo. Anche ai tifosi di altre squadre. 


Berlusconi, quando lei iniziò a Mediaset, era molto presente negli studi e nelle trasmissioni.
È stato un maestro, direi un precursore. Quando non aveva ancora cominciato con la politica, seguiva in prima persona tutte le trasmissioni sportive e cercava di apportare dei correttivi, ma sempre con grande modestia, per farci migliorare . Soprattutto nella forma. Non ha mai messo il becco sui contenuti, non ha mai stravolto un programma perché qualcosa non gli piacesse dal profilo editoriale. E a noi giornalisti-tifosi predicava sempre il rispetto degli avversari. Soprattutto nei confronti dei rivali nerazzurri. Lui era il presidente del Milan ma anche milanese. 


È vero che avrebbe dovuto comprare l’Inter?
Questa è una delle tante bufale messe in giro dagli interisti, che nel trentennio berlusconiano ci hanno preso poche volte. E devono farse ancora una ragione. No, Berlusconi andò dritto sul Milan, perché era la squadra di suo padre Luigi. Chi racconta altre storie, non sa di cosa parla… 


Si dice che Berlusconi fosse molto generoso. 
Avrei mille episodi da raccontare a questo proposito. Mi limito ad uno, forse il più emblematico. Il papà di Shevchenko era molto malato al cuore e Berlusconi intervenne personalmente affinché lo trasferissero da Kiev in un ospedale di Pavia per curarlo. In pratica gli salvò la vita.


Il presidente non ha mai fatto differenze fra i suoi giocatori ma sicuramente aveva qualche preferito. 
Beh, direi Franco Baresi. Ma anche altri calciatori che lo avevano illuminato con giocate magistrali. Cito ad esempio Savicevic e pure Ibrahimovic. Aveva un debole per i calciatori estrosi. 


Con Arrigo Sacchi, a proposito, si scontrò per un giocatore. 
Scontrarsi mi sembra esagerato. Ci fu una diatriba a causa dell’argentino Claudio Borghi. Berlusconi stravedeva per lui mentre il Mister preferiva un altro tipo di giocatore. Alla fine prevalse Sacchi che minacciò di andarsene:  Lei faccia il presidente e io l’allenatore, altrimenti mi licenzi”, disse piccato. Il Cavaliere, che ha sempre sostenuto Arrigo, diede ascolto al Mister. 


Che cosa lascia in eredìtà l’ex presidente del Milan?
Non sarà facile trovare un altro Silvio Berlusconi. Ha rivoluzionato il calcio. Ha regalato al Milan e a suoi tifosi tante emozioni. Certo: i soldi fanno tantissimo, ma lui aveva delle visioni e grazie a quelle ha centrato tutti i suoi obiettivi. Nello sport come nella vita.


Pensiero finale.
Non potrò mai dimenticare la grande opportunità professionale che mi ha dato. Grazie, signor presidente!

M.A.

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