Sport, 28 marzo 2023

Un viaggio durato poco. Un anno con gli stessi errori. Solo Gianinazzi ha vinto il suo campionato

Con la sconfitta in gara-6 dei quarti di finale dei playoff, si è chiusa la stagione del Lugano, incappato ancora una volta negli stessi difetti

LUGANO – La prova di maturità, ancora una volta, il Lugano non l’ha superata. Il complesso bianconero ancora una volta è stato rimandato e ancora una volta l’HCL paga gli stessi errori compiuti nel recente passato. L’unica novità, l’unico cambio di rotta, che potrebbe portare a risultati decisamente migliori, è giunto a ottobre quando è stato esonerato McSorley e sulla panchina è stato promosso l’head coach dell’U20 Elite, Luca Gianinazzi. Peccato che, ancora una volta, i buoi erano già scappati, che il danno era stato fatto per quanto riguardava la classifica e che per qualificarsi per i pre playoff la squadra ha dovuto compiere una rimonta affannosa e complicata che si è concretizzata soltanto all’ultimo secondo della 52a partita della regular season. 

 
 
Passano gli anni, passano i giocatori, cambiano gli allenatori ma lo scenario stenta a cambiare e a migliorare. Ancora una volta la stagione del Lugano è stata caratterizzata da una partenza a rilento, da scoppole e sconfitte che lasciano il segno, da lotte interne allo spogliatoio, un allenatore che finisce sulla graticola per poi essere esonerato… a ottobre. Sempre a ottobre. Certo, poi ti capita l’anno buono e con Shedden giunto a stagione in corso arrivi in finale, ma una cosa è sicura: così facendo difficilmente trovi la continuità e la quadra. Una continuità che il Lugano ha trovato soltanto nelle ultime gare di regular season, così come nei pre playoff e nella post season, ma così come lo scorso anno, dopo aver superato il primo scoglio, la barca è affondata ai quarti di finale, colpa dei suoi stessi errori e delle sue mancanze.
 
 
È facile a fine stagione, al termine di una stagione durata chiaramente troppo poco, trovare solo il negativo ed evidenziarlo, ma è stato lo stesso Hnat Domenichelli a farlo domenica sera quando il sipario è calato sul campionato 22/23 dei bianconeri. Troppi gli errori, troppi i punti persi, così come le energie spese per tentare la rimonta e la qualificazione tra le prime 10, troppe le difficoltà incontrate nuovamente sull’arco del campionato. Ora è giunto il tempo delle analisi, della costruzione di una squadra completa da cima a fondo, cercando di migliorare sotto tutti i punti di vista, partendo dalla dirigenza, fino ad arrivare allo spogliatoio, all’interno del quale sarà di vitale importanza che i giocatori stessi non possano decidere vita, morte e miracoli dell’head coach come troppo spesso è successo in passato.
 
 
L’unico punto fisso di partenza, che poi è anche l’unico che il suo campionato lo ha sicuramente vinto, risponde a un nome e cognome: Luca Gianinazzi. Dopo aver fatto benissimo con l’U20 Elite, l’head coach è arrivato in punta di piedi, ha cercato di capire la situazione, ha cercato di carpire i segreti di un campionato complicato come la National League e ha cercato di imporre la sua filosofia, il suo hockey adattandolo anche ai giocatori che ha avuto a disposizione (al netto di continui infortuni di giocatori cardine nei momenti decisivi, altro fattore da migliorare in ottica futura). Il buon Luca è stato capace di riportare a ridosso dei playoff i tifosi alla Cornèr Arena e, benché deluso per l’eliminazione subita in gara-6, può camminare a testa alta per quanto fatto da ottobre in poi, quando con grande coraggio ha preso in mano una squadra che sembrava allo sbando. Lui sarà senza dubbio un caposaldo in vista della prossima stagione.

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