Opinioni, 11 settembre 2022

"L'Islam, fabbrica di squilibrati?"

Ricorre oggi il 21° tragico anniversario dell’attentato terroristico alle Torri gemelle di New York, che causò 2'752 morti e 251 feriti. Da allora nel mondo si sono registrati oltre 42'000 attentati e attacchi di matrice islamica che hanno causato la morte di circa 271'000 persone e il ferimento di altre 344'000. L’elenco dettagliato di questi atti criminali (comprensivo dei delitti d’onore e delle esecuzioni eseguite in nome della sharia), è riportato nel sito www.thereligionofpeace.com, creato dopo l’attentato a New York nell’intento di far aprire gli occhi alla gente sulle minacce che l’islam rappresenta per la dignità umana e per le libertà individuali: ad esempio quella libertà di espressione che un mesetto fa è quasi costata la vita allo scrittore musulmano Salman Rushdie, reo di aver scritto 34 anni fa un libro (“Versetti satanici”) considerato blasfemo dall’ayatollah iraniano Khomeiny, che aveva così emesso una fatwa di condanna a morte nei suoi confronti.

Di fronte a queste impressionanti cifre anche un ingenuo capirebbe che vi è una correlazione fra questa violenza diffusa a livello planetario e i testi sacri della religione di riferimento. Eppure, contro ogni evidenza, v’è chi continua a sostenere che l’islam è una religione di pace, amore e tolleranza. E quel che è peggio è che la stragrande maggioranza dei politici e dei giornalisti fa finta di credere a questa spudorata distorsione della verità. In nome del politicamente corretto, e per non essere etichettati di islamofobia, ci si guarda bene dal pubblicare e commentare le cifre concernenti il numero degli attentati di matrice islamica e delle relative vittime, e si evita accuratamente qualsiasi collegamento causale fra questi attentati e i versetti violenti contenuti nel corano.

Squilibrati si nasce o si diventa?

Nell’intento di minimizzare le responsabilità della religione islamica, i terroristi che uccidono in nome di Allah vengono sempre più spesso presentati dai media come degli squilibrati, evitando di chiedersi come mai solo l’islam produce (o attira) una simile quantità industriale di frustrati e psicopatici. Per incompetenza o per quieto vivere i giornalisti evitano di porre domande imbarazzanti agli imam sugli incitamenti alla violenza e all’odio contenuti nei testi sacri e spesso e volentieri censurano i coraggiosi “lanciatori d’allarme” che da più parti in Europa e nel mondo denunciano la natura aggressiva e conquistatrice dell’islam cercando di attirare l’attenzione sui pericoli di una irreversibile islamizzazione della nostra società per mezzo soprattutto della demografia.

Un pericolo ignorato dai media

Negli ultimi tre anni, con il pretesto della pandemia di coronavirus, del cambiamento climatico, della guerra in Ucraina e della crisi energetica, i media mainstream ticinesi e nazionali si sono totalmente disinteressati alla strisciante guerra in corso da decenni per la dominazione dell’Europa da parte dell’islam politico, alimentata da un’immigrazione di massa incontrollata, in gran parte islamica, che ricorda le invasioni barbariche all’origine della caduta dell’impero romano. Anziché fare inchieste e approfondimenti sulle strategie di conquista dell’islam, e sulle sue nefaste conseguenze, i giornali si limitano a pubblicare la cronaca degli attentati. Ma questi sanguinosi episodi di fanatismo costituiscono solo la punta dell’enorme iceberg che ci minaccia, e nessuno si occupa della parte sommersa, che è la più pericolosa e subdola. Anziché limitare i danni, questo colpevole silenzio da parte dei media e del mondo politico fa il gioco degli islamisti, i quali dietro le quinte continuano indisturbati la loro opera di radicalizzazione dei musulmani, di islamizzazione dell’ambiente, di proselitismo e di infiltrazione in ogni settore della società, con l’obiettivo finale di instaurare la sharia.

L’avanzata di un nuovo fascismo

Ci si comporta come se la diffusione di questa ideologia totalitaria e razzista, di stampo fascista, che mira a colonizzare l’Europa, non avrà alcuna conseguenza per la nostra civiltà, per il rispetto dei diritti dell’uomo (e delle donne…), per la democrazia e per le nostre libertà. A lungo andare, l’islam costituirà il problema numero uno in Europa: un problema che potrà concludersi solo con delle sanguinose guerre civili di liberazione o con la nostra sottomissione all’islam.

La radice della violenza è nel corano

Ecco qui sotto un piccolo campionario dei numerosi versetti coranici che incitano alla violenza, all’odio e alla discriminazione verso tutti i non musulmani. Questi versetti sono stati dettati da Allah: è lui infatti che parla rivolgendosi ai propri fedeli e ingiungendo loro di battersi contro i miscredenti fino a quando non si convertono tutti all’islam. Nell’ottica islamica questi versetti sono validi sempre e ovunque, e non possono essere modificati, “addolciti” o dichiarati obsoleti perché ciò metterebbe in discussione l’infallibilità di Allah. Ecco perché una riforma in senso pacifico di questa religione appare impossibile, e chi ci prova rischia una condanna a morte per apostasia o eresia (come successe al musulmano sudanese Mahmoud Mohammed Taha, impiccato nel 1985). Inutile girarci in giro: le radici della violenza nell’islam affondano nel corano, in particolare in quella parte rivelata a Medina e che
secondo il prof. Sami Aldeeb (il maggiore esperto di diritto arabo e musulmano in Svizzera) “è mille volte peggio del Mein Kampf” : per questo motivo egli sostiene che si dovrebbe proibire la distribuzione del corano nella sua forma attuale, perché è la fonte di ispirazione dei terroristi…ossia dei combattenti (squilibrati o più semplicemente vittime di un lavaggio di cervello?) di Allah…

- “Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah” (8.39).

- “Allah ha comprato dai credenti le loro persone e i loro beni [dando] in cambio il Giardino (= il Paradiso)), poiché combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi (…)” (9:111).

- “Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono loro e allora sareste tutti uguali. Non sceglietevi amici tra di loro, finché non emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli ovunque li troviate” (4:89).

- “Oh voi che credete, non sceglietevi per alleati gli ebrei e i cristiani: sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro (…)” (5:51).

- “E non credano di vincere i miscredenti. Non potranno ridurci all’impotenza. Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah (…)” (8:59-60)

- “Combattano dunque sul sentiero di Allah coloro che barattano la vita terrena con l’altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso, daremo presto ricompensa immensa” (4.74).

- “O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi (…)” (9:123).

- “O voi che credete! Perché quando vi si dice: “Lanciatevi in campo per la causa di Allah” siete come inchiodati alla terra? La vita terrena vi attira di più di quella ultima? Di fronte all’altra vita il godimento di quella terrena è ben poca cosa – Se non vi lancerete nella lotta, vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo (…)” (9:38-39).

- “Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori (= i politeisti) ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima ( = ossia se si convertono all’islam) lasciateli andare per la loro strada (…)” (9:5).

- “(…) Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti : colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le dita” (8:12)

- “Vi è stato ordinato di combattere anche se non lo gradite. Ebbene è possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che vi è nociva. Allah sa, mentre voi non sapete” (2 : 216)


Giorgio Ghiringhelli


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