LUGANO – Koskinen in porta, Kaski in difesa, Arcobello, Carr, Josephs e il neo arrivato Granlund in attacco. Sei stranieri importanti. Sei giocatori d’importazione che possono far sorridere e sognare i tifosi del Lugano. Sei tasselli importanti che Chris McSorley dovrà saper inserire al meglio nel suo assetto tattico per far rendere al meglio il suo Lugano per portarlo lì dove merita: ai piani alti dell’hockey svizzero.
Questo in corso d’opera non è certo un mercato banale: Hnat Domenichelli ha avuto il suo bel da fare, tenendo conto che ha dovuto fare i conti anche con le partenze di Loeffel, di Bertaggia e di Chiesa (quelle di Boedker, Traber, Prince, Irving e Tschumi non le prendiamo in considerazione, ognuna per un suo motivo). Alla fine alla Cornèr Arena sono arrivati Gerber, Patry, Müller, Andersson e i già tre citati stranieri (Koskinen, Kaski e Granlund): decisamente non male.
Come sempre sarà il ghiaccio a parlare, perché durante una stagione così lunga e faticosa (ma per lo meno un po’ più ‘regular’ visto che ogni squadra tornerà ad affrontare le altre per 4 volte) tutto può accadere. E il Lugano lo sa bene: lo scorso anno gli infortuni alla fine hanno inciso sull’esito della stagione. Chi si scorda il terribile mese di ottobre con una serie infinita di defezioni che hanno minato la classifica dei bianconeri che, nell’intento di recuperare in graduatoria, hanno spinto e spremuto come limoni i loro miglior giocatori, arrivando poi ai playoff certamente non freschi e lucidi? Chi si dimentica il doppio infortunio di Schlegel?
In ogni caso, c’è da dire che il mercato realizzato dal DS è decisamente degno di nota. Anche lo stesso Granlund, non un vero e proprio scorer, è un centro che sa fare l’ala di assoluto valore: campione olimpico, una lunga esperienza in NHL (dove sarebbe potuto anche tornare, ma un ruolo più offensivo lo ha spinto a Lugano), numeri importanti anche in KHL. Insomma, dalle parti della Cornèr Arena si può guardare al futuro prossimo con un certo ottimismo… e non è poco…