Sport, 27 maggio 2022
Cala il siparo: il Mondiale della Svizzera si chiude ai quarti
Nulla da fare per la Nazionale di Fischer che è andata a sbattere contro il muro degli Stati Uniti, bravi e fortunati a imporsi per 3-0
HELSINKI (Finlandia) – 7 vittorie in 7 partite nella fase a girone. 20 punti ottenuti su 21 disponibili. La Svizzera sembrava imbattibile, quadrata e cinica. Sembrava perché la prima sconfitta al Mondiale finlandese è arrivata ieri sera, proprio quando fa più male: alla prima sfida a eliminazione diretta. E così, come avvenuto un anno fa e nel 2019, la nostra Nazionale è stata estromessa dalla competizione iridata all’alba dei quarti di finale. Questa volta a condannarci sono stati gli Stati Uniti, più bravi e fortunati, che si sono imposti per 3-0.
Bravi, sì, perché difensivamente nei primi 20’ non ci hanno concesso nulla, pattinando, lottando, giostrando con un gioco semplice, per poi, sull’arco dell’intero incontro, aggrapparsi – anche quando erano in debito d’ossigeno per la presenza di soli 5 difensori a disposizione – alle parate di uno Swayman davvero superlativo. Ma anche fortunati, perché se la fortuna va cercata, è innegabile che le reti di Meyers e di Gaudette sono state baciate in qualche modo dalla Dea Bendata. Quando mai abbiamo visto Genoni incassare una rete come quella del 2-0, sbagliando il tempo dell’uscita dalla gabbia? Con lo Zugo, così come con gli altri suoi club
della carriera, praticamente mai.
Eppure… eppure questa volta la Svizzera pur provandoci e riprovandoci tra il secondo e il terzo periodo non è riuscita a cavare un ragno dal buco, non è mai riuscita a estrarre il coniglio dal cilindro e così ancora una volta i quarti di finale si sono rivelati amari, amarissimi, tanto da incassare anche il 3-0 ancora con Meyers.
Ora ci sarà chi magari incolperà Fischer per aver lasciato troppi giorni liberi quando i suoi ragazzi potevano gestire due giornate senza scendere in pista, ma questo sarebbe un discorso senza un vero e proprio fondamento, fatto di supposizioni, visto che anche in passato – sì, anche quando la Nazionale è arrivata a giocarsi la finale – l’head coach ha sempre gestito così il suo gruppo, viste le 7 partite da giocare in appena 10 giorni.
Alla fine, però, il ghiaccio ha sempre ragione, l’hockey è uno sport onesto – come disse proprio Patrick Fischer quando allenava il Lugano – e allora tirando le somme non possiamo dire altro che questo Mondiale per la nostra Nazionale è finito, lasciandoci l’amaro in bocca, dopo aver tanto sognato dopo l’ottimo girone. Peccato!