Svizzera, 12 maggio 2022

"Non ucciderei mai una donna che mi paga 300'000 franchi per delle relazioni sessuali"

La Corte Suprema del canton Zurigo ha condannato un cittadino italiano di 78 anni a 13 anni di carcere per un omicidio avvenuto nel 1997. Il tribunale ha quindi confermato la sentenza emessa in prima istanza (vedi articoli correlati). I fatti risalgono al 5 luglio 1997, quando il corpo di una donna di 86 anni è stato trovato in una villa a Küsnacht (ZH). La vittima giaceva nella lavanderia con le braccia legate dietro la schiena ed era morta dopo esser stata brutalmente picchiata.

Davanti alla Corte Suprema, il 78enne ha continuato a sostenere la propria innocenza. "Sono accusato di un omicidio che non ho commesso". Secondo lui, "tutto quello che c'è scritto nell'accusa è sbagliato". Come nel precedente processo, l'imputato non ha negato di essersi recato alla villa della donna, con la quale avrebbe avuto rapporti sessuali per quasi nove mesi. "Andavo a casa sua una o due volte al mese. Mi pagava per le sue fantasie sessuali", ha dichiarato
lunedì al processo. Per i suoi servizi la donna gli avrebbe versato 300'000 franchi. "Solo un pazzo farebbe una cosa del genere. Non picchierei mai una donna che mi paga così tanto. Solo un pazzo lo farebbe", ha aggiunto.

Mentre l'avvocato della difesa aveva chiesto l'assoluzione, la Corte Suprema ha seguito la richiesta dell'accusa. "L'atto è stato estremamente brutale. Chiunque lasci una vittima in uno stato simile, solo per evitare di essere catturato dalla polizia, non ha scrupoli", ha detto il giudice spiegando la sua decisione.

Secondo l'accusa, la vittima è morta a causa dei molteplici colpi ricevuti in una sequenza che "assomiglia a una tortura". Ha sofferto "un'agonia miserabile e dolorosa di una o due ore". Alla luce di questa constatazione, la qualifica di omicidio è soddisfatta sia per quanto riguarda il movente che l'esecuzione, ha ritenuto la Corte Suprema.

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