Sport, 28 aprile 2022

“Nella formazione ci sono tante cose da migliorare”

Basket: Carlos Lopes, allenatore della U18 dei Tigers vincitori di Coppa Svizzera

LUGANO - Carlos Lopes (1978) è nato a Lisbona, la bellissima capitale del Portogallo, e proprio in quella città ha cominciato a giocare a basket. La squadra? Il Benfica, club leggendario e polisportiva fra le più conosciute al mondo: pallacanestro, calcio, hockey su rotelle, pallamano, ciclismo e altro ancora.


Tanti titoli nazionali e mondiali, tanti personaggi entrati nella storia. Un nome? Eusebio, la pantera nera del Mozambico. Carlos, che segue a distanza le vicende della squadra del cuore, è giunto in Ticino nel 1991 insieme ai genitori. Da allora si è occupato soltanto di basket, diventando presto allenatore. A soli 15 anni dirigeva la squadra del ginnasio di Agno e poi il Viganello, il Barbengo e infine è entrato nella Federale, una delle società più prestigiose del Cantone. Nel 2008 è poi diventato il coordinatore tecnico del centro di formazione dei Lugano Tigers e di recente ha vinto con i ragazzi della Under 18 la prima Coppa Svizzera di categoria. Con lui abbiamo voluto parlare di quell’impresa e del settore giovanile luganese (e non solo). 



Carlos: partiamo dal suo ruolo.
Gestiamo diversi corsi di introduzione al basket alle scuole elementari di Pura nel Malcantone ma anche a Ruvigliana, a Breganzona e non da ultimo all’Istituto Elvetico di Lugano. All’interno del centro di formazione abbiamo squadre in tutte le categorie di gioco fino alla U23 che gioca in Prima Lega Nazionale e funge da farm team alla prima squadra per un totale di oltre 300 ragazzi: Dagli Under 12 in poi si lavora con un sistema piramidale orientato verso lo sport d’élite con l’obiettivo di portare ogni anno qualche ragazzo ad essere pronto per la prima squadra.


La vittoria in Coppa della U18 ha un po’ ridotto la delusione per gli scarsi risultati della prima squadra. Che ne pensa?
Siamo felici che la vittoria storica degli U18 in Coppa Svizzera abbia portato un po' di calore ed entusiasmo a tutti coloro che hanno lavorato e seguito la prima squadra in quella che è stata una stagione sicuramente difficile ma dove tutti hanno cercato di fare del loro meglio a cominciare dal nostro presidente Cedraschi.


Contro il Bernex è stata una finale tirata.
Decisamente. Siamo partiti forte e concentrati ma come previsto loro hanno reagito e si sono portati avanti nel punteggio. Siamo stati bravi poi a restare calmi, ad apportare qualche correttivo e insieme a venire a capo di un avversario che esprime un’ottima pallacanestro riportandoci di nuovo in vantaggio. Un vantaggio che poi abbiamo gestito al meglio negli ultimi minuti della gara fino alla sirena finale che ha fatto partite i festeggiamenti.


Per i ragazzi una grande soddisfazione ma anche per lei… 
Per me ha rappresentato il quarantunesimo titolo in carriera ma mi sono messo in disparte già alla consegna della Coppa perché era importante che sotto i riflettori ci fossero i ragazzi. La vedo così a priori perché penso che quando si perde l’allenatore deve prendersi le responsabilità della sconfitta difendendo i suoi giocatori mentre nella vittoria deve esaltarli tenendo a freno il proprio ego. Con questi ragazzi è stato ancor più facile avere questo atteggiamento. È un gruppo che ha sfiorato un titolo svizzero più volte (e dopo due anni di pandemia…) si è ampiamente meritato questa vittoria.


In campionato come vanno le cose?
Abbiamo finito la regular season imbattuti ma ora viene il bello con le fasi finali. Ci aspetta un doppio derby contro Massagno per l’accesso alle final four nazionali del 14-15 maggio e non penso saranno partite semplici. Domenica 24 (oggi, ndr) giocheremo al Nosedo mentre sabato prossimo alla Gerra. Se riusciremo ad avere la meglio sui nostri cugini giocheremo poi una semifinale sicuramente difficile, ma che ci darebbe la possibilità, vincendo, di rigiocare (e magari stavolta vincere…) la finale di campionato che ci è sfuggita la stagione scorsa in casa con Ginevra.


Quest'anno in prima squadra hanno debuttato alcuni giovani. Bilancio della loro esperienza?
Sarò sincero nel dirle che vedo il bicchiere mezzo pieno. Se da un lato mai come quest’anno i ragazzi hanno avuto minuti “reali” di gioco da un’altra mi aspettavo si potessero esprimere con una qualità maggiore. Dobbiamo tutti fare autocritica (dai ragazzi, allo staff per finire alla dirigenza) e capire nel futuro a breve termine cosa possiamo migliorare per far si che i ragazzi possano approfittare di questi minuti per crescere ancor di più. Sarebbe bello che qualche ragazzo che ha iniziato il suo percorso in Lega nazionale A quest’anno sia pronto ad essere un vero protagonista della squadra che esordirà al palazzetto dello sport della città fra tre anni.


Per voi sarà fondamentale il nuovo palazzetto.
Sicuramente! Siamo convinti che il palazzetto sarà un’ulteriore stimolo per tutti. Per i ragazzi sarà uno sprone a fare ulteriori sacrifici per arrivare in prima squadra e potervi giocare, a noi dirigenti toccherà invece consolidare la struttura della società e attirare nuovi sponsor per tornare ad essere competitivi costruendo una squadra che abbia un sano equilibrio tra professionisti e ragazzi locali in grado di tenere il campo in Lega Nazionale A.


Cosa si può migliorare nella formazione?
Sono molte le cose che si possono migliorare ma a mio modo di vedere l’urgenza va posta sulla nuova indennità di formazione. Ogni anno che un ragazzo passa in un club regionale dopo i dodici anni d’età ha un’impatto troppo importante sull’eventuale costo di tesseramento del giocatore per una prima squadra in LNA. Calcolando che siamo nel Cantone dove tutti lavorano meglio degli altri anche con meno della metà del budget a disposizione e senza una progressione necessaria ad accompagnare un talento verso una prima squadra…il problema si pone. Anche supponendo (cosa che mi lascia scettico) che un club regionale possa portare un U18 a un livello tale da interessare ad una prima squadra in LNA dubito che queste siano disposte a pagare svariati biglietti da mille (vedi nuova indennità) quando possono averli dal proprio centro di formazione a costo zero. Insomma, qualcosa non va. Dobbiamo pensare di più al bene dei ragazzi.

MDD

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