Non dimentichiamo che lo Zurigo manca dai giochi che contano dal 2018, anno in cui conquistò il suo ultimo titolo a spese del Lugano di Greg Ireland. Il titolo numero 9 per l’esattezza. Quattro anni di attesa sono lunghi per un club ambizioso come quello presieduto da Walter Frey e guidato alla transenna da Rikard Grönborg. A detta di molti osservatori quella che inizierà domani sarà una finale bellissima, con tante emozioni e tanto equilibrio, come ci conferma Christian Stucki, assistente della Under 17 del Lugano ed apprezzato opinionista televisivo.
“È la finale che in fondo tutti si aspettavano ad inizio campionato. Due realtà molto forti, sia dal punto di vista economico che sportivo. Due rose molto profonde e assai competitive. Sono convinto che sarà una sfida bella ed equilibrata, con tantissime emozioni, come piacciono al pubblico”, dice l’ex attaccante dell’Ambrì Piotta.
Del resto, hanno vinto con un perentorio 4-0 le loro semifinali.
Vero anche se non va dimenticato che Davos e Friborgo si sono dimostrati degni dei loro rivali. I burgundi in particolare hanno perso tre volte ai supplementari contro il Lions e forse avrebbero meritato quanto meno la possibilità di giocarsela su più partite. Stesso dicasi per il Davos, sorpreso in due occasioni nei secondi finali quando si trovava ad un niente dalla vittoria. Ma la grandezza di Zugo e Zurigo sta anche in questo: trovare le soluzioni giuste al momento giusto, anche quando sembra che non ci sia più nulla da fare”.
Che cosa ha fatto la differenza?
Il fatto che le due finaliste abbiano delle rose profonde, che anche la terza e la quarta linea possano segnare e dare un contributo decisivo alla propria squadra. Contro il Lugano e il Davos, i campioni svizzeri hanno potuto contare sui vari Allenspach, Zehnder o Senteler. Lo stesso dicasi per lo Zurigo. Avete visto cosa ha fatto Aeschlimann in gara 4 contro il Friborgo? A proposito: questo giocatore ha dimostrato che se riceve fiducia e viene valorizzato può essere molto utile. Ha saputo smaltire la delusione di Davos ed ora è un elemento su cui Grönborg può contare.
In regular season lo Zugo ha subito trovato una velocità di crociera ideale mentre lo Zurigo ha faticato, restando sotto la linea per parecchie settimane.
Ha avuto parecchi infortuni e il coach svedese ha saputo trovare la quadra solo dopo Natale, quando finalmente ha potuto contare anche su giocatori che prima avevano giocato sotto le aspettative. Adesso i Lions sono davvero una squadra: equilibrata, bene organizzata e duttile.
Chi vede favorito?
Una finale non ha mai veramente un favorito. Ci sono tante componenti o dettagli che possono far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Tuttavia penso che lo Zugo abbia qualcosa in più dei suoi avversari: è meglio organizzato dal punto di vista del gioco e poi ha un portiere eccezionale quale Lorenzo Genoni. Lui potrebbe decidere la serie.
Altri giocatori che potrebbero rivelarsi determinanti?
Sarà interessante vedere il duello fra i fratelli Kovar. L’attaccante dello Zugo avrà di fronte un rivale motivato e fortissimo, dei quali conosce vita e miracoli. Sarà una sfida nella sfida.
Ultima domanda: il Lugano sembra ancora distante da queste due realtà.
In questo momento direi di sì, anche se il club bianconero sta costruendo pezzo dopo pezzo una squadra che nei prossimi anni potrebbe tornare a dire la sua. Poi non dimentichiamoci la potenza economica delle due società finaliste. Intanto però godiamoci la finale: come ho detto prima potrebbe regalare tantissime emozioni.
M.A.
Chi vede favorito?
Una finale non ha mai veramente un favorito. Ci sono tante componenti o dettagli che possono far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Tuttavia penso che lo Zugo abbia qualcosa in più dei suoi avversari: è meglio organizzato dal punto di vista del gioco e poi ha un portiere eccezionale quale Lorenzo Genoni. Lui potrebbe decidere la serie.
Altri giocatori che potrebbero rivelarsi determinanti?
Sarà interessante vedere il duello fra i fratelli Kovar. L’attaccante dello Zugo avrà di fronte un rivale motivato e fortissimo, dei quali conosce vita e miracoli. Sarà una sfida nella sfida.
Ultima domanda: il Lugano sembra ancora distante da queste due realtà.
In questo momento direi di sì, anche se il club bianconero sta costruendo pezzo dopo pezzo una squadra che nei prossimi anni potrebbe tornare a dire la sua. Poi non dimentichiamoci la potenza economica delle due società finaliste. Intanto però godiamoci la finale: come ho detto prima potrebbe regalare tantissime emozioni.
M.A.