Svizzera, 12 aprile 2022

Un "sex tape" girato al museo musulmano finisce in tribunale

Un singolare caso di estorsione, ricatto e violazione della proprietà privata riguardante il Museo delle Civiltà Islamiche di Neuchâtel è stato giudicato dal tribunale di polizia di La Chaux-de-Fonds. Sullo sfondo vi è un video in cui si vede il direttore del museo avere un rapporto sessuale nelle mura dell'edificio. Ripreso a sua insaputa, ha accusato due uomini di aver cercato di estorcergli 20'000 franchi, secondo quanto riferisce la radio locale RTN.

I fatti risalgono al 2020. Una donna di vent'anni si sarebbe presentata al Museo delle Civiltà Islamiche sotto falsa identità e proposto al direttore una relazione sessuale il giorno dopo. La scena è stata filmata all'insaputa dell'uomo sposato, descritto come "una persona molto influente e nota nella comunità musulmana".

Qualche giorno dopo, due uomini hanno minacciato di trasmettere il video ai parenti del direttore del museo se non avesse pagato 4'300 franchi. In seguito hanno minacciato di distribuirlo più ampiamente nel mondo musulmano francofono, chiedendo in questo caso 20'000 franchi. 


Se il primo ricatto è stato pagato, al secondo è stata presentata una denuncia. Secondo RTN, i due imputati contestano i fatti. Il primo, che probabilmente è partito per l'Egitto, ha organizzato il viaggio della donna da Clermont-Ferrand a La Chaux-de-Fonds, come dimostra un biglietto trovato sul suo smartphone. In possesso del video, sostiene di averlo mostrato al direttore per proteggerlo.

Secondo l'imputato, il denunciante voleva nascondere una relazione extraconiugale e cercare di proteggere la sua immagine nascondendosi dietro una storia di estorsione e ricatto. La giovane donna non è mai identificata e il secondo imputato sostiene di non avere contatti con lei e di non conoscere il direttoreo.

Durante l'indagine, il denunciante è stato descritto come avente "una morale inammissibile con le donne". Ha ammesso durante la sua udienza un "comportamento inappropriato", come toccare le natiche della donna delle pulizie.

Il pubblico ministero ha chiesto dieci mesi di reclusione sospesi per due anni contro i due imputati, così come il pagamento di una multa di 1000 franchi. La difesa ha invece chiesto l'assoluzione vista una presunta mancanza di prove.

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