Svizzera, 11 dicembre 2021
La moglie muore durante un litigio ma per i giudici non è omicidio, viene liberato con 90'000 franchi di risarcimento
Un 52enne friborghese riceverà 90'000 franchi di risarcimento dopo che un giudice l'ha condannato a una pena detentiva di un periodo inferiore al tempo già trascorso in carcere. L'uomo si trovava in detenzione preventiva dal 2019 con l'accusa di omicidio dopo che la moglie era morta in circostanze poco chiare durante un litigio.
Il decesso ancora oggi è avvolto nel mistero. La tragedia è avvenuta il 14 settembre 2019 prima di mezzanotte a casa della vittima, una 41enne brasiliana. Suo marito, uno svizzero di 52 anni, era presente e ha chiamato lui stesso i soccorsi ma malcapitata donna morì poco dopo il ricovero. Gli inquirenti non hanno trovato indizi chiari sulla scena, e l'autopsia del defunto non ha rivelato la causa della morte. Il Ministero pubblico friborghese aveva allora aperto un'inchiesta per omicidio contro il marito e da allora si trova in carcere preventivo. Durante il processo l'accusato aveva ammesso che c'era stato un litigio e di avere "scosso" la moglie. La donna sarebbe deceduta a causa di una rara malattia che si chiama "sindrome da scuotimento".
Venerdì, più di due anni dopo, è stato infine emesso il verdetto contro il 52enne. Alla fine del processo i giudici hanno ritenuto solo le lesioni corporali semplici, scartando invece l'accusa di omicidio richiesta dal Ministero pubblico. Un giudizio che ha suscitato l'incredulità del procuratore pubblico, il quale ha già annunciato che presenterà ricorso. "Siamo sbalorditi da questa sentenza che non segue alcuna logica. Naturalmente farò ricorso. Spero che il tribunale cantonale possa correggere
la sentenza. Come si può considerare che una tale brutalità non corrisponda, come minimo, a ferite gravi? Se i servizi di emergenza fossero arrivati in tempo per salvarla, con le lesioni agli occhi e al collo che lui ha causato, sarebbe stata cieca e su una sedia a rotelle. L'accusato non se la sarebbe cavata altrettanto bene", ha commentato il procuratore.
Sul lato della difesa, è stato il contrario. Erano molto felici, anche se avevano chiesto un'assoluzione completa. "Con questo verdetto, la giustizia ha riconosciuto che si è trattato solo di un tragico incidente, in un contesto di violenza coniugale reciproca. La morte non è mai stata voluta e nemmeno immaginata dall'imputato. La buona notizia è che il mio cliente sarà rilasciato oggi e potrà trascorrere le vacanze con la sua famiglia.
Spiegando la decisione, il presidente del Tribunale ha sottolineato che: "Non si può presumere che l'imputato abbia voluto uccidere, anche se lo ha fatto intenzionalmente. Non è possibile dire che avrebbe potuto prevedere ciò che sarebbe successo. Anche i medici non sapevano della sindrome da scuotimento." L'imputato è stato comunque riconosciuto colpevole di atti sessuali su bambini e su persone incapaci di resistere nel corso di un procedimento separato. Per questo e per le lesioni corporali semplici, è stato condannato a sette mesi di prigione. Una condanna che ha già ampiamente scontato. Inoltre, il tribunale gli ha riconosciuto un risarcimento di più di 90'000 franchi per i 600 giorni trascorsi dietro le sbarre e per i danni alla sua personalità.