Sport, 05 dicembre 2021

Fora-Bertaggia: quando le bandiere non esistono più

L’addio del capitano leventinese e del numero 10 bianconero avvalorano sempre più questa tesi

LUGANO – Quella che si è chiusa, è e resterà una settimana che i tifosi di Ambrì e Lugano non dimenticheranno tanto facilmente. Non solo per quanto visto in pista, ma per quello che è avvenuto nelle sedi dei club con la firma di nuovi contratti: se alla Cornèr Arena, Elia Riva ha apposto il suo sigillo sul nuovo contratto che lo lega ai colori bianconeri, è altrettanto vero che Alessio Bertaggia ha deciso di migrare, abbracciando la causa del Ginevra a partire dalla prossima stagione. Alla Gottardo Arena, invece, si è registrato l’addio di Michael Fora che dal campionato futuro indosserà i colori del Davos.
 
 
Da dove partiamo? Diamo il via al discorso proprio dal capitano dell’Ambrì che, dopo esser cresciuto con questi colori addosso fin da piccolo – Bellinzona e GDT a parte – aveva già provato qualche anno fa un’avventura, quella volta Oltreoceano, che però si era rivelata infruttuosa. Tornato in Leventina, il nativo di Giubiasco ha indossato i panni di capitano, ma quel contratto siglato lo scorso anno – rinnovo di un anno, con opzione per il secondo – non lasciava certamente presagire nulla di buono. Per carità, la sua decisione di lasciare i colori biancoblù era praticamente il segreto di Pulcinella, fin dall’anno scorso era evidente che Fora avrebbe preso questa decisione… una decisione che punta, alla fine, verso Davos, dove il club e la squadra sembrano davvero essere in ascesa.
 
 
Certo, veder partire il capitano non deve essere facile da digerire per il tifoso leventinese, ma è anche vero che evidentemente Fora sognava una nuova avventura
e neanche la pista nuova è riuscita nell’intento di trattenerlo tra i suoi colori, perché a 26 anni il buon Michael ha comprensibili ambizioni che, purtroppo, ad Ambrì difficilmente avrebbe potuto realizzare. In ogni caso un peccato per lo stesso club leventinese, ma che al contempo evidenzia come in questo hockey le bandiere davvero non esistono più.
 
 
Parlando di bandiere, non possiamo che parlare anche dell’addio di Alessio Bertaggia, che a Ginevra ha siglato addirittura un contratto di 5 anni. Anche in questo caso, è giusto dirlo, si era capito che il legame tra il numero 10 bianconero e il Lugano sarebbe terminato a fine stagione: Domenichelli lo aveva fatto capire, spiegando che con Elia Riva si stava facendo un certo tipo di valutazione, mentre per Alessio si dovevano analizzare tanti fattori, tra cui quello economico: evidentemente il taglio dello stipendio proposto è risultato inaccettabile per il figlio del grande Sandro.
 
 
E proprio parlando di Sandro Bertaggia, non possiamo che toccare il tema “bandiera”. 18 anni vissuti con i colori bianconeri sul cuore, 6 titoli vinti sulle sponde del Ceresio, 816 partite e 279 punti da difensore per il “Grande Lugano”… vedere Alessio e quel cognome su una maglia del club luganese ha sempre fatto un grande effetto in questi anni prima e dopo il suo viaggio verso l’America e la sua tappa intermedia a Zugo. Ecco perché la sua partenza un po’ fa male, anche se in questa stagione sta facendo più fatica a imporsi e a dare il suo contributo, ma è innegabile che sia un giocatore importante e sul quale anche McSorley stia puntando molto.

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