Sport, 02 dicembre 2021
Ecco (forse) il vero Lugano di McSorley…
10 punti nelle ultime 4 partite e maggior solidità, concentrazione, serenità e pazienza: i bianconeri dopo la pausa sembrano un’altra squadra
LUGANO – Vi ricordate il Lugano di ottobre? Quello che aveva paura anche della sua stessa ombra, quello capace di vincere praticamente solo con l’Ajoie e una volta a Rapperswil? Quello fragile e condizionato da svarioni continui, con la paura di accelerare nel gioco e con la palese difficoltà di comandare e gestire i match col suo ritmo? Ecco… dimenticatelo. Almeno per ora, perché il Lugano che è scattato dai blocchi di partenza dopo la pausa per la Nazionale è di tutt’altro piglio, grazie sicuramente al rientro di alcuni giocatori fondamentali e del lavoro fisico e mentale dettato da McSorley durante quella “benedetta” settimana di novembre.
Piano piano i bianconeri stanno ritrovando la loro identità, la loro forma, quella forma di squadra che l’head coach cercava da inizio stagione e che, per un motivo o per un altro, faceva dannatamente difficoltà a trovarlo. Dopo aver sciupato una clamorosa rimonta, meritata e cercata, contro il Friborgo in maniera davvero sciagurata, contro il Ginevra martedì abbiamo potuto ammirare come i sottocenerini stiano trovando i giusti pensieri, i giusti atteggiamenti sul ghiaccio; magari non offrono uno spettacolo eccezionale per i palati fini e per gli intenditori di hockey, ma difficilmente anche Petteri Nummelin sugli spalti sarà tornato a casa abbacchiato. Anzi…
Fazzini e compagni stanno lavorando per cercare ancora la loro solidità, la loro pazienza e quella continuità tanto importante lungo un’intera stagione e lo stanno facendo bene

in questo periodo, riuscendo a mettersi alle spalle quel Lugano troppo brutto per essere vero di ottobre. Chiaro, a volte i bianconeri devono essere più cinici sottoporta per non rischiare di allungare le difficoltà e l’equilibrio sul tabellone troppo a lungo, come avvenuto contro le Aquile, ma spesso (a parte nel primo tempo contro il Friborgo) ora si ha l’impressione che la rete luganese possa arrivare da un momento all’altro, soprattutto se finalmente McSorley può contare anche su Carr, invece che sui soliti noti.
Anche la difesa è cresciuta molto, al netto dell’errore di Alatalo costato la sconfitta all’overtime col Gottéron, intorno a quel pilastro di muscoli, testa e qualità che risponde al nome di Müller che, gestendo in modo perentorio la retroguardia e la propria metà pista, riesce spesso ad annullare i rivali più pericolosi, sfruttando poi il lavoro di una quarta linea che nelle ultime uscite non è stata giustamente mai toccata dall’head coach. Walker, Stoffel e Vedova stanno facendo un ottimo lavoro e, non per niente, stanno trovando tanto ghiaccio.
Ovviamente non è ancora tutto perfetto sotto le volte della Cornèr Arena, ma partita dopo partita il Lugano continua a migliorare nell’uscita dal suo terzo e nella manovra corale. La strada intraprese sembrerebbe essere quella corretta, con i bianconeri che finalmente pensano solo al loro gioco, senza farsi troppi problemi di quello degli avversari. Uno dei punti cardine dell’hockey dello stesso McSorley.