AMBRÌ – Tutto bello, tutto bellissimo, tutto fantastico per l’Ambrì per quanto concerne la nuova pista. La Gottardo Arena ha riscosso consensi e applausi da tutti, ma… ma, così come in tutte le cose belle, c’è un “ma”. Che corrisponde ad alcuni comportamenti di determinati tifosi che non sono piaciuti alla società, tanto da portare il presidente Filippo Lombardi ad alzare la voce e a scrivere loro tramite le pagine del sito internet ufficiale dell’HCAP.
Ecco il testo:
“Che bello è..." questo nostro gioiello - Ma deve restarlo!
Lettera aperta ai tifosi HCAP - aggiormaneto regolamento stadio
Dall’11 di settembre ad oggi abbiamo ricevuto migliaia di complimenti per la nuova Gottardo Arena, e per essere riusciti ad aprirla in tempo, anche se ancora incompleta, contro tutti i gufi che scommettevano contro di noi. Grazie di cuore, a nome dell’HCAP e dei suoi dirigenti, collaboratori e giocatori, a tutti coloro che hanno lavorato duro per realizzare questo miracolo, grazie al nostro pubblico che si è immediatamente innamorato di questo gioiello.
Possiamo con convinzione cantare di nuovo quanto sia “bello uscir di casa per andare alla (nuova) pista a veder l’Ambrì-Piotta”! La pista è bellissima, la squadra gira, il pubblico c’è, il tifo della Curva ha ormai contagiato anche le tribune grazie all’architettura che più di prima unisce tutti i settori attorno al ghiaccio, in un continuo abbraccio ai ragazzi che si battono per la nostra maglia.
Ma attenzione: questo MIRACOLO va difeso con i denti, affinché duri! Va difeso dal rischio della superbia sportiva: non siamo diventati di colpo miliardari e campioni. Siamo sempre noi, l’Ambrì-Piotta operaio e umile, che deve battersi con grinta e con il pugnale fra i denti contro avversari blasonati e in grado di comprarsi più talento di noi. In questo sposo al 200% la filosofia di Luca Cereda: ricordiamoci da dove veniamo, godiamoci il momento, ma non diventiamo mai arroganti. I tempi difficili possono tornare, e noi dovremo essere pronti ad affrontarli nella Gottardo Arena esattamente con la stessa tenacia con cui li abbiamo affrontati per decenni nella vecchia e fredda Valascia.
Ma il miracolo va difeso anche materialmente dal rischio di degrado che potrebbe rapidamente colpire la nuova struttura