Ticino, 13 settembre 2021

No a più burocrazia e conflittualità

NO all’iniziativa per l’introduzione del formulario a inizio locazione. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di rendere obbligatorio alla stipulazione di qualsiasi contratto di locazione un formulario che riporti la pigione del precedente inquilino, quella concordata con il nuovo inquilino ed il motivo di un’eventuale differenza. La CATEF, la Camera Ticinese dell’economia fondiaria, come pure il Governo, il Parlamento e le associazioni economiche invitano, soppesando i vari motivi riportati qui di seguito, a respingere l'iniziativa votando NO il prossimo 26 settembre.

Perché votare NO all’iniziativa

NO – a una regolamentazione inutile e ridondante

La Confederazione (art. 270 del Codice delle Obbligazioni) prevede la possibilità per i Cantoni di introdurre, per tutto il territorio cantonale o anche solo per specifiche zone, il formulario obbligatorio nel caso di un nuovo contratto di locazione, a condizione però che vi sia una comprovata penuria di abitazioni. La legge cantonale di applicazione attribuisce così già da anni al Consiglio di Stato la facoltà, nel caso di una palese insufficienza di alloggi, di introdurre l’obbligo del formulario.

NO – a un formulario superfluo

Il formulario non fornisce diritti supplementari all’inquilino. Infatti, già oggi può chiedere l’importo della pigione versata dal precedente inquilino e contestare se del caso la pigione iniziale. Questo diritto rafforza ulteriormente gli innumerevoli strumenti già messi in essere dal legislativo a sua tutela.

NO – a maggiore burocrazia e costi sulle spalle degli inquilini

Il formulario andrebbe ad aggiungersi a quello già esistente per la notifica di aumenti di pigione e di altre modifiche unilaterali alimentando così a dismisura il carico burocratico e le conseguenti spese amministrative di stesura e controllo. Spese che verranno addebitate per finire sulle spalle dell’inquilino stesso.

NO – a un diritto ancora più complicato

Il diritto di locazione è già oggi estremamente complesso, ciò che è il motivo di numerose contestazioni. Esso necessita di essere semplificato e non ulteriormente complicato con nuovi ed inutili moduli, tanto da diventare ormai sempre più materia per soli specialisti.

NO – a una maggiore conflittualità tra le parti e all’incertezza del diritto

Il formulario ufficiale introduce la presunzione per cui in caso di un aumento di pigione rispetto a quella dell’inquilino precedente la stessa sia abusiva. E ciò indipendentemente da eventuali discussioni e dagli accordi presi dalle parti, con il rischio di trovarsi confrontati poi con una lunga procedura giudiziaria. Inoltre, se per caso alla stipulazione del contratto, il modulo non fosse stato correttamente allestito, la pigione potrebbe essere contestata a distanza di anni! Necessitiamo invece, di rapporti cordiali fra le parti, basati sulla fiducia e non sul sospetto e la presunzione che il partner contrattuale sia in torto o addirittura disonesto.

 CATEF: camera ticinese dell'econ fondiariwww.catef.ch @noapiuburocrazia
NO – perché in Ticino c’è uno sfitto debordante e in continuo aumento
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L’introduzione del formulario è possibile solo in caso di penuria di alloggi che gli iniziativisti danno ovviamente sempre per scontata, malgrado esista uno sfitto così elevato che potrebbe contenere una cittadina come Locarno. Peraltro, le abitazioni vuote sono spalmate su tutto il territorio cantonale e interessano ogni categoria di casa e di prezzo. Il Ticino, inoltre, registra la maggior crescita annuale a livello nazionale dovuta alla continua produzione di alloggi con una popolazione residente che decresce. A lungo termine lo scenario non migliora per nulla rinviando alle calende greche il rientro ad un mercato equilibrato. Basti pensare che la proiezione della Confederazione per il 2050 indica che il Ticino sarà l’unico Cantone (con i Grigioni) a perdere popolazione residente, per la precisione -5,1% rispetto a quella del 2020! Un collasso annunciato.

NO – perché in Ticino gli affitti sono in costante discesa

I dati statistici pubblicati da diversi istituti evidenziano che negli ultimi anni gli affitti nel nostro Cantone sono in costante diminuzione. Ciò trova anche conferma nei diversi portali immobiliari, accessibili a tutti e con un’enormità di informazioni dove non manca di certo la trasparenza. Andamenti che smentiscono le continue strumentali sottolineature di affitti in costante crescita, se non addirittura abusivi. Il continuo calo delle pigioni è attribuibile al minor costo del denaro, ma anche allo sfitto cronico che forza il mercato alla ricerca della migliore occupazione possibile. Le previsioni per il futuro non lasciano inoltre intravvedere alcuna inversione di tendenza, anzi!

NO – a un’inutile e controproducente ingerenza nel mercato

Il formulario d’inizio locazione è talmente problematico che un paio tra i pochi Cantoni che l’avevano introdotto, Nidwaldo ed in parte Zurigo, hanno deciso di abolirlo. Gli altri, una ventina, hanno preso atto che il mercato funziona e che il formulario non solo non è necessario, ma rappresenterebbe un inutile carico burocratico che ingessa il mercato e disincentiva gli investimenti (come succede a Ginevra). Inoltre, occorre tener conto dell’impressionante rotazione degli inquilini. A titolo d’esempio, a Lugano ogni anno un quinto degli inquilini cambia casa e in tutta la Svizzera vengono stipulati oltre 350'000 nuovi contratti all’anno.

NO – all’ennesima proposta già bocciata più volte

A livello federale quattro anni fa l’introduzione dell’obbligatorietà fu bocciata dalle Camere perché considerata non necessaria e controproducente. In Ticino simili proposte furono bocciate più volte dal Gran Consiglio, la più recente nel 2018, e oggi l’iniziativa viene respinta con convinzione dal Consiglio di Stato, dal Gran Consiglio, dai partiti borghesi e dalle associazioni economiche.

NO – a un’iniziativa in parte contraria alla legge

La possibilità d’introdurre il modulo ufficiale, secondo la legge federale, è limitata esclusivamente alle abitazioni e non è perciò estendibile ai contratti commerciali. L’iniziativa è quindi anche da considerare improponibile dato che mira a “proteggere chi ha in locazione anche un locale commerciale”.


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