Ticino, 22 febbraio 2021
Il DFE targato PLR mette le mani in tasca ai cittadini
Con la scusa del telelavoro tagliano sulle deduzioni fiscali. Ma in altri Cantoni...
E ti pareva! Il DFE targato PLR, a dimostrazione di come ex partitone e ro$$overdi vadano ormai a braccetto, in tempo di crisi nera pensa “bene” di mettere le mani nelle tasche della gente. E lo fa tagliando sulle deduzioni fiscali. In particolare su quelle per le spese di trasporto e di doppia economica domestica (pranzi fuori casa) di chi lavora. Un problema con cui ci troveremo confrontati ben presto, al momento di compilare le dichiarazioni fiscali.
A senso unico
I vertici del DFE fanno il seguente ragionamento: devono essere deducibili fiscalmente solo le spese dimostrate. Quindi se il contribuente, per un certo periodo, ha telelavorato, non deve poter dedurre i costi di trasporto. Una penosa mentalità da pizzicagnoli, tipica di chi vive fuori dalla realtà avendo il lauto stipendio ed il posto di lavoro garantito a vita con soldi pubblici. E che oltretutto si applica - e ti pareva! - solo a senso unico. Perché le maggiori spese derivanti dall’home office non vengono invece riconosciute dal fisco. Ad esempio i pranzi consumati a casa o l’uso di spazi e materiali di proprietà dei lavoratori.
In altri Cantoni
Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole. A seguito degli sciagurati lockdown infiniti decisi dal governicchio federale con l’assenso di almeno uno dei due ministri PLR (perché altrimenti i due $inistrati e l’uregiatta non ottengono una maggioranza in CF) il Paese sta andando in rovina. Nel breve termine, svariate migliaia di lavoratori ticinesi si ritroveranno con il lato B per terra, diversamente dai troppi statali che popolano un’amministrazione cantonale gonfiata come una rana, e nümm a pagum.
E il DFE targato PLR, pur di fare cassetta a spese dei cittadini, in simili circostanze si mette a cavillare sulle deduzioni per le spese di trasporto? E’ il colmo! Tanto più che non c’è alcun obbligo di decurtazione. Infatti in altri Cantoni - quali Lucerna, Vallese e Friburgo - le deduzioni fiscali del 2020 saranno uguali a quelle del 2019.
Quindi senza meschini tagli in tempo di crisi.
Invece di cavillare…
Inoltre, se si usa meno l’automobile
a causa delle SERRATE che costringono la gente in casa come in una dittatura comunista cinese, allora bisogna anche ridurre l’imposta di circolazione. Come chiede una mozione presentata nei giorni scorsi dal granconsigliere leghista Andrea Censi e cofirmatari. O la pandemia torna comoda solo quando si tratta di mungere il contribuente?
Invece di cavillarep per mettere le mani nelle tasche della gente, il DFE colonizzato dai liblab farà bene a cominciare a proporre misure di risparmio sui costi stratosferici dell’amministrazione cantonale. La quale dovrà sottoporsi ad una drastica cura dimagrante. Vista la devastante crisi economica in cui è precipitato il paese, la società a due velocità venutasi a creare è del tutto insostenibile. Per società a due velocità si intende: da un lato la casta dei garantiti, ossia statali e parastatali con l’impiego assicurato a vita, quelli che durante i lockdown stanno sul divano a guardarsi le serie su Netflix a stipendio PIENO; dall’altro il resto del mondo, mandato allo sbaraglio e sotto i cui piedi si apre il baratro dei fallimenti a catena, della disoccupazione e dell’assistenza.
Il primo e più evidente passo da compiere è mettere immediatamente nel termovalorizzatore il messaggio governativo con cui si chiede un ulteriore MEZZO MILIARDO (il precedente è già stato stanziato 8 anni fa) per perpetrare i privilegi pensionistici degli statali!
Telelavoro: panacea?
Al di là degli aspetti fiscali, il telelavoro manda in brodo di giuggiole taluni ambienti politici come pure i $indakati. Ossignùr. Costoro, prima di pensare di beatificare l’home office come panacea di tutti i mali, farebbero bene a rendersi conto che per telelavorare non c’è affatto bisogno di risiedere in Ticino.
Il telelavoro può benissimo essere svolto in Romania, in India o in qualsiasi remoto angolo del globo; ovviamente a stipendi locali. Detto altrimenti: l’home office trasformato in regola assesterà la mazzata finale al mercato del lavoro ticinese. E’ questo che si vuole?
Lorenzo Quadri / MDD