Sport, 07 febbraio 2021

La Stella del Sud brilla ancora...

LUGANO - Rispolveriamo il titolo del 2016 quando il Mattino della Domenica celebrò il 75esimo anno di fondazione del Lugano. A “la Stella del Sud” abbiamo però aggiunto “brilla ancora”, perché, inconfutabilmente, fra alti e bassi i bianconeri sono stati ancora protagonisti e in due occasioni sono andati vicinissimi alla conquista dell’ ottavo titolo nazionale, purtroppo perso in finale: una contro il Berna nel 2015 e una contro lo Zurigo nel 2018. Avversari storici e rognosi. Ma la popolarità di un club o di una squadra non si misura soltanto con i trofei o i riconoscimenti: basterebbe guardare all’Ambrì, che vanta una bacheca decisamente meno ricca dei cugini sottocenerini ma scatena sempre passioni ed emozioni come pochi nel panorama sportivo nazionale e cantonale. E allora affermiamo, senza paura di essere smentiti, che l’HCL oggi più che mai suscita un sentimento di appartenenza e affetto fra la gente nostrana che fa un po’ da contraltare all’FC Lugano che, malgrado i buoni risultati, non riesce a convogliare allo stadio il pubblico che meriterebbe. Tornando all’hockey: se un tempo almeno il 70% del tifo era biancoblù, ora la situazione è cambiata e le distanze si sono sensibilmente accorciate. Si tifa Lugano anche a Chiasso, a Mendrisio, a Bellinzona, pure a Locarno, un tempo roccaforti biancoblù. Si tifa Lugano, insomma, in ogni angolo del Cantone.

La società oggi presieduta da Vicky Mantegazza - eccoci al punto! - non ha mai perso la vicinanza dalla sua gente, costruita lentamente ma inesorabilmente nel corso di anni bui e trionfali, durante periodi di sofferenza, imbarazzo (vedi Discogate) e illusioni. Oggi l’HCL è una delle piazze col maggior seguito di pubblico e i 5 mila abbonati del 2019 lo attestano: “Non
abbiamo mai mollato”- ha detto il presidente - perché la nostra passione va sostenuta e alimentata ogni giorno”. Anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo ora e a dispetto di un titolo che manca ormai da 15 anni: perché la fede sportiva, dicevamo prima, si misura anche quando le cose non vanno bene. In 80 anni, comunque, il Lugano ha regalatotante soddisfazioni ai suoi tifosi. La prima è datata 29 febbraio del 1964, quando con un Alfio Molina giovanissimo in porta venne promosso in Lega Nazionale B. Una gioia immensa, per una società che viveva nell’ombra del calcio (FC Lugano) e dei cugini leventinesi.

Il brutto anatroccolo, racconta Fausto Senni nell’intervista che vi proponiamo a pagina 21, che però si tolse parecchie soddisfazioni durante quegli anni: la clamorosa vittoria nel derby di Coppa Svizzera del 1965 e la prima promozione in LNA: il 27 febbraio del 1971. 50 anni fa. Poi, anche per una “combine” fra altri club che non vedevano di buon occhio i bianconeri nella massima serie, nel 1973 arrivò la relegazione fra i cadetti. A quel punto il club finì in una sorta di limbo sportivo (e societario) e nel 1978 toccò il punto più basso della sua storia. L’HCL era ad un passo dal fallimento. I mass media suonavano già le campane a morto. Ma quando sembrava finita, ecco spuntare dal cilindro magico del mitico Cucio Viglezio, il nome di Geo Mantegazza. Il salvatore della patria. E fu proprio l’ingegnere ex calciatore a lanciare le basi del Lugano che avrebbe vinto sette titoli in campo nazionale e lottato alla pari con gli squadroni dell’Europa dell’Est in Coppa dei Campioni. Una continua inesorabile ascesa verso i vertici e la gloria sportiva.

RED.

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