Sport, 13 gennaio 2021

Lugano, quando una sconfitta fa ben sperare…

Il KO incamerato ieri a Zurigo ha mostrato diversi passi in avanti da parte della compagine di Pelletier che, questa volta, è venuta meno in fase realizzativa

ZURIGO – Ci sono vittorie dalle quali si salvano soltanto i punti ottenuti, sconfitte che fanno preoccupare e passi falsi – dal punto di vista del risultato – che invece, se analizzati, possono dare fiducia e far vedere il presente e il futuro prossimo con un po’ di ottimismo. Lo sport è fatto anche di questi momenti e l’hockey non è da meno. Il Lugano, ad esempio, dopo i due bruttissimi KO incamerati a Ginevra nello scorso fine settimana e aver lasciato più di un dubbio nella mente dei suoi tifosi e degli addetti ai lavori anche nella vittoria ottenuta domenica contro il Davos, ieri sera a Zurigo è incappato sì in una sconfitta, ma ha mostrato tanti e importanti passi in avanti.
 
Certo, il tifoso non può essere contento dopo un passo falso e dopo non aver incamerato nessun punto, ma rileggendo il match dell’Hallenstadion, possiamo dire che il complesso di Pelletier ha mostrato di essere in ripresa. Sì perché in terra tigurina, in quella che era la sesta partita negli ultimi 11 giorni – una cosa impensabile in un campionato normale – il Lugano ha concesso poco dalle parti di Schlegel, ha difeso bene, non ha commesso errori imperdonabili in fase difensiva, mettendo invece sotto pressione un Flüeler davvero
intrattabile.
 
Il portiere dei Lions, diventato incredibilmente riserva di Weber, ha sfoderato una prestazione incredibile, ma Arcobello e compagni hanno di che mangiarsi le mani. Andare a Zurigo, costruirsi 4-5 chiarissime occasioni da rete e mancarle praticamente tutte (con lo stesso casco giallo, con Bürgler, con Bertaggia, solo per citarne alcune) è sintomo di sconfitta: alla fine, in una pista così complicata, gli errori sottoporta li paghi e così è stato.
 
Ma alla fine, potremmo dire, che ai bianconeri è mancato solo il gol (fatta eccezione, ovviamente, per quello siglato da Morini), mentre i Lions sono stati bravi non solo a trovare le due marcature, ma a “smettere di giocare” negli ultimi 7’ – dopo la rete dell’attaccante italiano – concentrandosi solo ed esclusivamente a non permettere ai sottocenerini di continuare la loro pressione. Impresa e obiettivo raggiunto, ma questo Lugano è tornato a giocare, a costruire gioco e a far bene sperare.
 
In un campionato così anomalo e che verrà deciso anche dalle quarantene, dai rinvii, dalle serie di partite ravvicinate e da una condizione fisica che resta un punto di domanda… anche queste partite possono dire molto.

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