Sport, 14 dicembre 2020

Dopo 13 mesi arriva il KO a Cornaredo. Al Lugano non basta la voglia

I bianconeri subiscono la prima sconfitta stagionale: sulle rive del Ceresio festeggia lo Zurigo, più cinico e concreto

LUGANO – 13 mesi dopo il Lugano torna a cadere a Cornaredo. Non è bastata una prova gagliarda e vogliosa: contro lo Zurigo è stata la mira a venir meno. E se nella propria area Baumann ha fatto la differenza, sfoderando almeno 2 o 3 interventi davvero superlativi, (nonostante non sia stato proprio perfetto in occasione della rete subita) sull’altro fronte i ragazzi di Jacobacci questa volta sono venuti meno.
 
Ci ha provato Bottani, ci ha provato Ardaiz, così come Maric, ma alla fine il fortino retto da Brecher e dai suoi ha retto, fino al triplice fischio finale, che ha messo fine a una striscia positiva lunga, lunghissima: i bianconeri erano praticamente l’unica squadra europea a non aver mai perso in stagione, contando le sfide di campionato e quelle delle varie competizioni nazionali ed europee.
 
Certo c’è rammarico, non solo perché un pareggio sarebbe stato molto più giusto e onesto come risultato, ma anche perché questo Lugano ci ha ben abituato e vederlo
uscire dal campo con 0 punti in cascina fa davvero strano. Ma anche nella giornata di ieri è apparso evidente che a questa squadra manchi una punta, un terminale vero, non solo in grado di fare breccia contro le difese schierate, ma che possa anche fare da sponda, che possa coprire il pallone per far salire i suoi compagni. Purtroppo, ancora una volta, Odgaard non ha fatto sorridere i suoi e questa sta diventando una brutta consuetudine.
 
Forse con una punta alla Sadiku – giusto per citare un nome conosciuto a queste latitudini – la solfa sarebbe stata diversa, ma tant’è… Ora il Lugano è quinto con 16 punti in 9 partite (un bel bottino, nulla da dire), ma la classifica è difficilmente interpretabile: anche l’YB, primo in graduatoria, ha perso e comanda con 5 punti di vantaggio e con 1 partita in più disputata. E manca ancora quello scontro diretto che, alla fine, vedremo nell’anno futuro. Con la speranza di poterlo ammirare con una cornice di pubblico degna di nota.

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