Sport, 13 dicembre 2020

“In Leventina sto benone. Il Lugano? Non ci penso...”

A colloquio con Luca Cereda, parlando dell’Ambii di oggi, dei giovani e del suo futuro di coach

AMBRÌ - Luca Cereda è certamente uno dei tecnici emergenti del panorama hockeistico svizzero.
Un ragazzo semplice, con la testa sulle spalle, che sa il fatto suo. Dal 2017 lavora a 360 gradi sul progetto Ambii Piotta, lanciato dopo un periodo piuttosto turbolento e durante il quale la società leventinese aveva perso la sua identità. Tanti allenatori, presi e scartati senza ritegno, tanti acquisti sbagliati e una dirigenza piuttosto “imballata”. Sin quando il presidente Filippo Lombardi ha avuto l’intuizione di affidare le chiavi del regno a due ex giocatori cresciuti alla Valascia: Luca Cereda appunto, e Paolo Duca (quale direttore sportivo). E il risultato è stato pagante. Oggi l'Ambrì Piotta è tornato ad essere una società rispettata e attrattiva, e con l’arrivo della nuova pista potrà ambire ad un ulteriore salto di qualità. Intanto però c’è un campionato in corso (complicato, vedi pandemia) e in cui i biancoblù sembrano aver trovato una giusta velocità di crociera. Di questo e altro abbiamo parlato con coach Cereda.

Come si fa a dirigere una squadra in pieno covid, prepararsi senza sapere se si gioca o meno? Non è certo il massimo! 
Non è certo agevole, proprio perché ognuno di noi ha una sua sensibilità, perché affronta questo problema in modo diverso. Secondariamente una pianificazione a medio o lungo termine non esiste perché il calendario potrebbe essere stravolto. Insomma, si vive alla giornata cercando sempre dei compromessi ma allo stesso tempo dando sempre il massimo sul giaccio.

Queste situazioni impongono logicamente uno stress mentale incredibile.
Quest’anno stiamo consumando più energie a livello emotivo e mentale. Tutti noi siamo assillati dai pensieri, giorno dopo giorno; continuando a cambiare i programmi dobbiamo per forza adattarci, questo implica appunto uno sforzo maggiore e non solo sul piano fisico. 

Il protocollo Covid 19 sta funzionando?
Mi sembra di sì, Tutto viene eseguito per cercare di limitare il più possibile questo problema, ossia lo spargersi del virus. Ci sono delle dinamiche che vanno rispettate e questo comporta anche un certo periodo di attesa e non sempre è facile visto che la vita di ogni persona fuori dal ghiaccio é diversa.

L’Ambrì è una squadra che ha comunque saputo sempre reagire di fronte ai problemi... 
Credo che questo faccia parte del DNA di questo club di montagna. La gente di questa regione non molla mai e nelle difficoltà stringe i denti. Penso che sia proprio questo il punto forte di tutto l'HCAP. Ergo, uscire rafforzati mentalmente dopo ogni ostacolo. La storia dell’Ambrì è piena zeppa di queste cose.

Alla fine, guardando la classifica e considerando che il virus blocca gli allenamenti delle squadre che poi si ripresentano con ben altra condizione fisica, il campionato non è un po’ falsato? 
Falsato non so, sicuramente è diverso da tutti gli altri precedenti tornei, proprio perché ti prepari magari per affrontare un tipo di squadra e nel giro di poche ore vieni a sapere di dover affrontare un altro avversario. Bisogna saper accettare questa situazione, altrimenti si diventa matti. 

Parliamo un attimo delle altre squadre, tenendo conto appunto di tutte queste circostanze.
Chi l’ha più impressionata positivamente e negativamente? 
Anche qui non è facile rispondere, diciamo comunque che il team che si è evidenziato è stato il Friborgo che sta avendo una ottima costanza, poi il Losanna che addirittura sta ottenendo molte vittorie. In negativo non saprei, forse il Langnau o il Davos... Di negativo c’è comunque il fatto che non è mai facile giocare senza pubblico, pur comprendendo ovviamente le necessità di sicurezza.

Parliamo di derby: il 23 dicembre ci sarà il terzo. Sinora, compreso quelli amichevoli, avete sempre perso... 
Nei due ultimi derby abbiamo affrontato il Lugano che era in grandi condizione, ora anche i bianconeri hanno dovuto superare una situazione Covid molto complicata, quindi vedremo come si presenteranno sul ghiaccio. Da parte nostra vogliamo sicuramente fare dei passi avanti sul piano della prestazione in generale.

Parentesi mercato, si dice che Inti Pestoni dovrebbe tornare ad Ambrì... 
È sicuramente un buon giocatore che oltretutto conosce bene l’ambiente, ma oltre non commento perché tutte le società più che al mercato stanno pensando di capire la loro situazione economica viste le grandi perdite senza pubblico. Pestoni ha comunque delle grandi qualità.

Spesso vi siete distinti nel trovare stranieri di valore, l’ultimo esempio è Kubalik. Ora dal... cilindro magico avete pescato Naettinen sul quale qualcuno nutriva dei dubbi. Il finlandese ha mostrato numeri incredibili ed un grande fiuto del gol. 
Un ottimo elemento con tanta voglia di far bene visto che è giovane. Con un budget limitato dobbiamo muoverci con cautela ma poi se si ha un po’ di fortuna si riesce comunque a fare il colpo. Un ragazzo di talento, siamo ancora all ’inizio ma di certo ha le carte per far bene. 

Ad Ambrì si sta lavorando bene nel settore giovanile e Pezzullo è un prodotto che custodite gelosamente.
Siamo soddisfatti del lavoro svolto dallo staff tecnico giovanile, sappiamo che ci sono elementi che hanno talento, quindi quando si può li inseriamo in prima squadra. Lui è dotato e sa che dovrà assumersi delle responsabilità. La nostra strada è quella di valorizzare il nostro vivaio e di conseguenza lanciare dei ragazzi, come Pezzullo appunto, che possono far bene anche in National League e flirtare con le nazionali giovanili.

Lei vuole diventare una sorta di McSorley o Del Curto, che sono rimasti tanti anni a Ginevra e a Davos?
Parliamo di due grandi, quindi imitarli è difficile. Non guardo troppo avanti, oggi mi trovo bene in Leventina e lavoro per pianificare il futuro di questa squadra. Sono molto contendo di essere ad Ambrì, poi un domani vedremo, per ora non ci penso proprio a spostarmi. 

Ci risponda francamente: se lei dovesse ricevere un’offerta dal Lugano la valuterebbe? 
Per il momento non ci penso, come detto lavoro concentrandomi sul presente e pensando anche al futuro dei giovani. Rispetto la società bianconera ma sto bene ad Ambrì. Poi, se un giorno l'HCAP non mi vorrà più, sarà un’altra storia, fa parte delle dinamiche dell’hockey.

G.M.
 

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