Ticino, 23 novembre 2020

Ludopatico durante il Covid: "Mi sono giocato l’esistenza"

*Articolo dal Mattino della Domenica. Di Mauro Botti

Se il lockdown ha comportato, da una parte, il blocco della maggior parte delle attività commerciali, dall’altra però non ha interrotto e nemmeno ridotto il flusso delle giocate e il manifestarsi di serie dipendenze come quella del gioco d’azzardo online. Il numero di quanti, durante la pandemia, si è infatti avvicinato a questo mondo è cresciuto in maniera esponenziale. Di pari passo, però, secondo gli psicoterapeuti Mini e Gilardoni da noi interpellati “ è cresciuto anche il numero di coloro che, presa consapevolezza del proprio disagio psicologico, si sono rivolti al numero verde, o a degli specialisti”.
 

Una presa di coscienza

L’impossibilità di giocare e i correlati livelli di stress, di inquietudine, di aggressività, amplificati dalla chiusura forzata nelle proprie abitazioni, in solitudine o con i familiari, hanno infatti portato molti giocatori, in crisi di astinenza, a scoprire e prendere atto della gravità della propria condizione e della dipendenza al gioco, rivolgendosi a strutture di supporto per iniziare dei percorsi di recupero.
 

Fenomeno presente nel nostro cantone

Quello della dipendenza da gioco d’azzardo è un fenomeno tutt’altro che marginale. Moltissimi giocatori (quasi l’1% della popolazione), purtroppo, sono adolescenti dagli 11 ai 19 anni che, principalmente, scommettono online: si recano nei centri scommesse (pur essendo vietato), giocano nelle sale slot o tentano la fortuna al gratta e vinci. “Il problema è talvolta sottostimato e sottovalutato dagli stessi genitori che non percepiscono o trascurano alcuni gravi segnali d’allarme o che non sono adeguatamente informati sul fenomeno dilagante della ludopatia”, affermano i nostri interlocutori.
 

Chiedete aiuto, e vi sarà dato

“Con l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori, ed in particolare gli adolescenti, su tematiche particolarmente delicate (prime tra tutte la tutela della salute in ogni sua sfaccettatura) sia in senso strettamente fisico che come benessere psichico e psicologico, vogliamo creare una nuova piattaforma ticinese per l’aiuto. È ancora in fase embrionale, ma vogliamo presentarla in breve tempo (Covid permettendo) alle istituzioni del nostro cantone”. Il progetto si propone di informare e formare un pubblico sempre più vasto, su temi importanti come l’educazione alimentare, il cyberbullismo, la ludopatia, la sicurezza degli acquisti anche in rete (solo per citarne alcuni) e si metteranno in atto una serie di attività e di campagne informative per diffondere, in maniera chiara e mirata, la cultura del “sapere e dell’agire consapevolmente” sia come consumatori che, soprattutto, come cittadini.
 

Una piaga che va guarita

“Il gioco d’azzardo – continuano i medici – è

una piaga del nostro tempo, che necessita di essere affrontata e combattuta in modo rapido, soprattutto nei più giovani, abituati ad utilizzare, talvolta senza alcun controllo, giochi online (sugli smartphone) che prevedono una corrispondente vincita al superamento di certi livelli o gradi di difficoltà. Se nei più piccoli si innesca l’abitudine al binomio gioco-vincita, il passaggio al gioco d’azzardo on line potrebbe essere quasi naturale, non essendoci alcun tipo di percezione

del rischio o di pericolosità in tali comportamenti. E ciò tanto più in un mondo virtuale dove le opportunità di avvicinarsi alle scommesse sono incentivate da pubblicità allettanti e da promesse di facili vincite che alterano, ovvero annullano, la libertà di scelta o la capacità di discernimento. Per molti ragazzi, inoltre, il fatto di poter scommettere direttamente dal proprio smartphone, in maniera istantanea, e vedendo il risultato in tempo reale, porta a superare ulteriormente la percezione della pericolosità di quel modo di agire, che viene visto al pari di un qualunque passatempo non solo innocuo ma altresì adrenalinico. In parole semplici, il gioco d’azzardo è un problema di salute pubblica che coinvolge tante persone, di ogni età ed estrazione sociale, e che riguarda non solo il singolo giocatore, ma anche la sua famiglia e l’intera comunità”.
 

Patologia della nuova generazione

La ludopatia è una vera e propria patologia che rientra nelle cosiddette nuove dipendenze o new addiction. Nei giovani, in molti casi, ha sostituito la dipendenza da sostanze psicotrope. La dipendenza dal gioco d’azzardo comporta nei giocatori di qualsiasi fascia d’età la perdita di controllo sull’abitudine e l’assunzione di comportamenti disfunzionali e aggressivi. Al giocatore patologico generalmente non interessa il gioco in sé ma il senso di evasione e l’adrenalina che quel comportamento gli procura; prova un bisogno irrefrenabile di provare forti sensazioni ed emozioni attraverso il gioco/scommessa. L’ossessione per il gioco è spesso accompagnata da alterazione del comportamento e dell’umore, da stati di euforia eccessiva che si alternano a crisi depressive.
 

Genitori: occhi aperti e orecchie tese

“I primi segnali di allarme a cui prestare attenzione sono, generalmente, i cambiamenti di atteggiamenti nella quotidianità, i cambi di umore, l’irritabilità e l’aggressività. Spesso i ragazzi diventano apatici, irrequieti e irritabili. Alcuni modificano le abitudini alimentari, di igiene, del sonno e tendono a giocare di nascosto. Altri ancora tendono a litigare con i genitori, oppure ad avere esplosioni di rabbia, trascurare la scuola, lo sport e le relazioni sociali”, concludono i terapeuti.

*Edizione del 22 novembre 2020


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