Sport, 02 novembre 2020

“Hirschi, ragazzo semplice e con la testa sulle spalle”

Il suo manager, l’ex campione Fabian Cancellara, parla del talento svizzero

BERNA - Manca solo il Giro di Spagna - che si sta correndo in questi giorni - e poi una delle stagioni più strane e particolari del ciclismo andrà in archivio. Il bilancio? Certamente positivo, se consideriamo che da agosto ad ottobre abbiamo assistito a competizioni emozionanti e sempre vissute sul filo del rasoio. È vero, il calendario è stato dimezzato per il Covid-19 ma la maggior parte delle grandi corse rimaste in programma hanno come detto offerto spettacolo e confermato che il ciclismo è ormai nelle mani dei giovani fenomeni, di una generazione nuova di combattenti, di atleti mai domi e mai sottomessi a rigidi tatticismi di squadra. Lo sprint estivo-autunnale (tre mesi di pure follia, ha detto qualcuno) ci ha permesso di ammirare la classe, la forza e la determinazioni dei vari Marc Hirschi, Tadej Pogacar, Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert e pure dell’inatteso Tao Geoghegan Hart, vincitore di un Giro d’Italia bistrattato dall’UCI (vedi calendario) e alle prese con la seconda ondata del coronavirus. Come diciamo a parte, è mancato all’appuntamento l’Eddy Merckx del ciclismo moderno, quel Remco Evenepoel che avrebbe sicuramente “incendiato” le gare. Un brutto incidente al Giro di Lombardia lo ha infatti tolto di mezzo prematuramente. Lo rivedremo nel 2021, più forte di prima. Ma intanto soffermiamoci sul nostro Marc Hirschi, brillante vincitore della Freccia Vallone, e pure terzo ai Mondiali di Imola e secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi, il tutto dopo essere stato protagonista al Tour de France (un successo di tappa). E per farlo ci siamo rivolti al suo mentore nonché procuratore Fabian Cancellara, campione rossocrociato del recente passato. Come Hirschi, il grande “Spartacus” è di Ittigen, un sobborgo di Berna.

Allora Fabian: come definirebbe la stagione del suo pupillo?
Non ho parole. Staordinaria, splendida, bellissima… Ho ancora negli occhi la volata sul terribile Mur de Huy: un misto di classe, forza e strategia da veterano. Ha fatto ciò che ha voluto. Ma anche lo sprint per la vittoria con i migliori alla Liegi. Uno sprint che avrebbe sicuramente vinto se Alaphilippe non l’avesse disturbato mentre si preparava a superare tutti. Marc a fine corsa, pur essendo delusissimo, non ha fatto una piega. È andato negli spogliatoi riservato ai corridori ed ha riflettuto sul finale di corsa. Non ha cercato alibi o giustificazioni: né ha avuto parole di condanna per Alaphilippe. Ha semplicemente incassato la sconfitta, che gli farà bene per il futuro. 

Un corridore giovane ma già maturo e pronto ad affrontare ogni
avversità.
L’ha detto lei… Io non posso che confermare. Del resto ha un carattere eccezionale: è un bravo ragazzo, semplice e con la testa sulle spalle. Al giorno d’oggi sono aspetti che contano tantissimo, nello sport quanto nella vita. Lui è pronto.

Qualche rammarico?
Certo, la Liegi resta una giornata del tutto sgradevole. Ma in generale considero la stagione di Hirschi oltre le aspettative. Non dimentichiamoci mai della sua giovane età. Non aveva previsto di essere protagonista in questo modo. Sono sicuro che anche in futuro sentiremo parlare di lui. Al talento non ci sono limiti. Secondo lei riuscirà ad imporsi anche nei Grandi giri? Oppure dovrà puntare solo sulle classiche? È un aspetto che in questo momento è in secondo piano. Hirschi ha voglia di correre ovunque e per questo va gestito al meglio. Al Tour ha corso da primattore senza preoccuparsi della classifica. In futuro le cose potrebbero cambiare. Ma tutto dipenderà dal diretto interessato.

Giri o classiche: è diventato un tormentone…
Ma non per lui. Sarà il tempo a farci capire se i grandi giri sono un traguardo possibile oppure no. Io credo che ne abbia i mezzi. Ma non abbiamo fretta… Ripeto: è un ragazzo ancora giovane, deve fare esperienza. 

Il contratto con la Sunweb scade fra un anno… 
Nella vita la solidità economica è importante. E Hirschi lo sa. Ma non lo condiziona nel modo di pensare. Al momento opportuno ci siederemo ad un tavolo per decidere il suo futuro. È ovvio che dovrà presentarsi con argomenti pesanti, ovverossia le vittorie… 

Che rapporto ha istaurato con il suo assistito? 
Direi facile. Ascolta i miei consigli e cerca di metterli in pratica. Ma ha una testa sua, un modo di pensare suo. Poi se ha qualche dubbio mi chiama. A livello caratteriale andiamo molto d’accordo. E questo è importante. E poi siamo tutti e due di Ittigen (ride).

Oltre ad Hirschi in questi ultimi mesi abbiamo visto all’opera dei giovani dotati di grande talento. 
Il ciclismo ha trovato una generazione d’oro. Il ricambio è in atto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per i Nibali di turno diventa sempre più difficile confrontarsi con la spensieratezza e la voglia di sfondare dei vari Van Art, Evenepoel, Van der Poel e Pogacar. È il nuovo ciclismo. Per una decina d’anni sono garantiti spettacolo e… colpi di scena.

M.A.

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