Sport, 05 ottobre 2020

Nel cuore speranza e ottimismo per battere (anche) il Covid-19

Giovedì scorso è ripartito il massimo campionato di hockey. Ne abbiamo parlato con l’esperto Roberto Mazzetti. Cosa faranno Lugano e Ambrì Piotta?

LUGANO - Per la prima volta nella storia del nostro hockey, si riparte senza un campione in carica. Nel 2020, come tutti sanno, il titolo non è stato assegnato, anche se qualcuno a febbraio, quando venne interrotto il campionato, avanzò la proposta di attribuirlo a tavolino allo Zurigo, vincitore della regular season. Non se ne fece nulla e meno male, aggiungiamo noi. Per la prima volta nella storia del nostro hockey, si riparte con un avversario inaspettato da combattere: il coronavirus! Che c’è ancora, che si muove, circola e fa paura come prima. Sarà una lunga lotta, e sino a quando non sarà conclusa, tutti dovranno gioco forza abituarsi a convivere con il virus. Anche e soprattutto nello sport.

Ma veniamo in argomento: giovedì è partita la nuova regular season, ricca di incognite ma anche di speranza e ottimismo. Dei quali si fanno portavoce Ambrì Piotta e Lugano che in questi mesi sono stati messi a dura prova dall’avvento del Covid-19 ma ora sono pronti a decollare. Del campionato, dei suoi risvolti per così dire sanitari e soprattutto tecnico e sportivi, abbiamo parlato con Roberto Mazzetti, “master of hockey” che come sempre si è messo a disposizione del Mattino della Domenica.

Nei giorni scorsi è ripreso l'hockey che conta con l'incognita coronavirus. Meno pubblico, controlli a tappeto e di riflesso tanta insicurezza. Qual è la sua posizione su questo tema delicato?
In ogni ambito il vissuto e la ripresa della pandemia hanno lasciato delle tracce; durante la stessa tutti gli esseri umani si son posti innumerevoli domande ...alle quali le risposte vagavano nel limbo dell’eternità. In qualsiasi gruppo i responsabili devono agire di conseguenza dimostrandosi positivi, intraprendenti e collaborativi. Mi sembra che in entrambe le società hockeistiche ticinesi dirigenti, allenatori e giocatori siano riusciti a superare queste difficoltà prendendosi le proprie responsabilità (che non sono poche !) anche se non sappiamo in che modo. Vivere senza contatti e specialmente allenarsi individualmente per un certo periodo non penso che mentalmente sia stato semplice per tutti ma sicuramente un buonissimo allenamento psichico.

Per la ripresa, vedendo che in altre attività sportive si è proseguito a porte chiuse, lo spettacolo da casa era garantito, parte dell’introito finanziario pure ma chiaramente mancava la componente principale, il pubblico.
Nel nostro cantone si è proceduto con massima sicurezza responsabilizzando ogni cittadino, fatto questo che dovrebbe permettere la ripresa, con un certo numero di spettatori alle partite. La prevenzione, sia da parte degli sportivi che del pubblico, è importantissima per sperare di svolgere con continuità tutto il campionato....

Insomma: si riparte con tanti dubbi: basterebbe poi che due o tre giocatori risultassero positivi per far saltare il banco. Che ne pensa?
Prudenza, prevenzione, positività e responsabilità individuale sono le prerogative basilari per cercare di svolgere con costanza e serenità la stagione! Non abbiamo alternative! E poi pensarla come Ibrahimovic “Il virus ha il coraggio di sfidarmi, pessima idea”! Ma è anche la possibilità per gli allenatori, in caso d’assenze forzate, d’utilizzare i prodotti del vivaio, farli crescere e non deluderli come spiega benissimo Fulvio Sulmoni nel suo recente ed interessantissimo libro “Piacere d’averti conosciuto”. Interessante sarà sapere qual è il numero minimo di giocatore per affrontare una partita per non rinviarla. Nel calcio vi sono delle direttive ben precise, nel disco su ghiaccio non mi sembra.

Secondo il medico cantonale si concluderà la stagione.
Secondo il dottor Merlani sicuramente termineremo la stagione. Certo: un caso all’interno d’una squadra potrebbe sconvolgere il campionato e qui ci vorrà molto buon senso. Nel calcio in diverse squadre e in differenti nazioni vi sono stati atleti contagiati rimasti in quarantena. Ma il
campionato è proseguito. Dunque: un po’ di buon senso da parte dei responsabili ci vorrà pure. Mi lasci dire una cosa: questa pandemia ha portato anche qualcosa di positivo ...la non retrocessione, con la conseguente parziale tranquillità sportiva, anche se bisognerà lottare per conquistare i playoff.

Parecchi club, vedi Lugano, hanno operato sul mercato con contratti validi sino a novembre. Una strategia buona oppure rischiosa?
Visto che parecchi club si sono accaparrati nomi altisonanti vuol dire che è un’ottima occasione per entrambi... I giocatori s’allenano e le società approfittano, forse a buon prezzo, delle qualità dei giocatori che normalmente vedremmo solo in TV mentre i giovani possono imparare qualche gesto tecnico in più. Chiaramente il rovescio della medaglia esiste: la loro eventuale partenza a novembre e la premura di non ferirsi. Alla prima si può sopperire con un’ampia rosa, mentre alla seconda bisognerà trovare un rimedio...Son curioso di vedere quante “cariche” effettueranno queste stelle.

Parliamo di buone azioni: a Zugo i giocatori guadagneranno il 25 per cento in meno, ad Ambrì si è deciso qualcosa di simile… 
Tutte le società avranno meno entrate e dei preventivi/consuntivi tiratissimi, dunque bisognerà rattoppare in qualche modo la fall. Che i giocatori siano partecipi mi sembra normale, anche se talvolta la società opera pesantemente sul mercato e una qualche domanda ce la si può porre. In Ticino si hanno scarse o poco chiare informazioni a tal proposito e mi sembra di sentire la sciura Maria di Pugerna che diceva sempre che di sesso e di soldi non si parla pubblicamente! Positiva la presa di posizione dei dipendenti biancoblù che devolvono il 22% della parte del salario superiore ai 7'000 franchi mensili, anche se non si conosce la somma complessiva dell’operazione, mentre sulle rive del Ceresio si è ancora in discussione.

Vediamo alla parte sportiva: come vede il Lugano?
Dieci nuovi giocatori, tredici a fine contratto, qualcuno in toccata e fuga, una rosa ampia: se Pelletier riuscirà a gestire il tutto, scongiurando ferimenti e attacchi da virus, può andare lontano. La Famiglia gioca solo per il primo posto ma concordo con Domenichelli: entrare tra le prime quattro è un obbligo. Il potenziale offensivo è di grande qualità, in difesa ottimo Heed, anche se mi sarebbe piaciuto vedere un difensore un po' più roccioso, l’unico dubbio è sul gioco fisico. Riuscirà il Lugano a contrastare la fisicità di alcune squadre? Come gestirà Serge i giocatori in sovrannumero? L’eventuale via vai da Biasca come verrà amministrato mentalmente dagli esuberi? E i vari giovani inseriti nella rosa saranno utilizzati o verranno delusi?

Si è detto di un Lugano dal grande potenziale offensivo. Ma potrebbe non essere
sufficiente per raggiungere il massimo traguardo. 
Il Lugano ha grandissime qualità ma bisogna rispettare anche gli avversari, vi sono squadre come Zurigo, Zugo, Ginevra, Losanna, Berna e Davos con un buon potenziale, un’ottima organizzazione societaria e degli eccellenti stranieri; dunque, non è che tutto sia scontato. Pelletier è abbastanza scaltro per sapere gestire la situazione ed intervenire opportunamente cercando di raggiungere gli obiettivi prefissi. Bisogna dimenticare l’ultima stagione, Serge non è paragonabile a Kapanen; quest’anno con Hnat, ha allestito una squadra di primo piano, ha scelto i giocatori che riteneva utili per il suo progetto e dunque saprà sicuramente gestirli! L’unico dubbio, e qui mi ripeto, è il gioco fisico che il Lugano riuscirà a proporre. Penso e spero che i bianconeri siano in grado di evitare il brutto avvio di campionato dalla scorsa stagione. 

Mark Arcobello ha lasciato Berna per Lugano. Una sorpresa, vero? 
Sì, una sorpresa...Speriamo in bene sia per Mark che per il club. Ma saranno contenti saranno i suoi compagni di linea. Se saranno reti ...lo vedremo! 

Che ne pensa del fatto che Chiesa non sia più capitano e che il Lugano abbia deciso di fare una rotazione? Almeno per il momento… 
Dispiace per Chiesa, ma i giocatori sono dei “dipendenti” e dunque devono sottostare alle decisioni del club... anche se probabilmente Ale si sarà sentito come descrive benissimo Fulvio Sulmoni a pagina 40 del suo libro...' La delusione, l'ennesima da superare a testa alta, restando positivo. Nonostante tutto.” 

Come interpretare questa rotazione?
In vari modi. Responsabilizzare un maggior numero di giocatori, gestire emotivamente i compiti d’un capitano (non è da tutti: relazionarsi con compagni, arbitri, allenatori, dirigenti e non da ultimo l’agguerritissima e aggressivissima stampa) non è semplice, quindi rafforzare e sviluppare maggiormente l’autostima d’alcuni dei propri pupilli. Per rispondere correttamente alla domanda bisogna chiedersi quali sono i ruoli del capitano, chi può essere un capitano ed inseguito il capitano! 

Quali qualità primordiali dovrebbe avere?
Altruismo, la serietà professionale e il vissuto. Partiamo dall’altruismo: gli altri vengono prima di me! Dunque deve essere un giocatore di buon livello che non debba preoccuparsi di se stesso sia tecnicamente ma specialmente mentalmente, sappia leggere con freddezza le situazioni quasi estraniarsi. Deve essere sempre disponibile per i suoi compagni, allenatori, dirigenti, tifosi, giornalisti . Deve prevenire le situazioni, guardare negli occhi un compagno ed intuire che ha bisogno una parola d’incoraggiamento. Deve aiutare un allenatore, un dirigente in difficoltà, anche se suo superiore. 

Veniamo alla serietà professionale.
Chiaramente è una prerogativa, deve essere d’esempio, di stimolo per tutti, deve portare energia positiva ed avere il coraggio di spegnere focolai di negatività. Infine il vissuto: la storia, la tradizione locale, l’appartenenza è una componente primaria. Secondo me, il fatto d’aver respirato l’aria della stessa pista per più d’un decennio lascia dei segni tangibili in ogni giocatore ed esprimerli con la”C” sul petto sicuramente gli permetterà d’erogare una grande positività. Nella storia dello sport le grandi squadre hanno avuto “il capitano”, spero che arriverà anche alla Corner Arena e se sarà un giovane cresciuto nelle fila bianconere, ben venga! 

Ci siamo un po’ dilungati sul tema “capitano”. È ora di parlare dell’Ambrì Piotta. 
Bellissimo vedere con quale amorevolezza tutto l’ambiente biancoblù si prodiga per rimanere nell’élite dell’hockey elvetico. Fatto questo non del tutto evidente! L’HCAP è da presentare come bene protetto dell’UNESCO. L’attività sportiva è legata strettamente alla situazione finanziaria e dunque quest’anno Paolo Duca e il suo staff hanno dovuto destreggiarsi fra svariate difficoltà e sono riusciti a proporre un rosa che dovrebbe permettergli di raggiungere gli obietti sperati. Luca ripete continuamente sappiamo chi siamo e da dove veniamo ...Continuerà a lavorare con le stesse prerogative.

Veniamo alla rosa…
Positivo l’arrivo di Ciaccio che in collaborazione con Conz darà sicuramente una certa garanzia, per gli altri reparti si è cercato d’acquisire dei giocatori che s’identificano nel progetto. Positiva e non scontata le permanenza di Mueller e Zwerger, interessante la crescita di Rocco Pezzullo in attesa d’altri giovani. 

Il fatto che non ci sia la relegazione dovrebbe agevolare il lavoro di Cereda. 
Luca non pensa ai playoff ... Dunque terrà sempre i suoi giocatori sulla corda; anche se la mancanza d’una retrocessione gli darà la possibilità di permettersi qualche sfizio, schierando anche delle new entry in più o escogitando una “cerediana” situazione tattica.

Per ora l'HCAP ha soli quattro stranieri e manca un difensore. Non è un azzardo? 
Reputo che sia un azzardo ... ma probabilmente hanno in prospettiva qualcosa d’interessante, staremo a vedere. 

Nättinen sulla carta è un buon giocatore...
Bisognerà concedergli un po' di tempo. Le credenziali sono ottime. Bisogna avere un po' di pazienza. 

Chi sono le favorite a vincere la regular season?
Le solite Zugo e Zurigo. Capeggiano il gruppo tallonate da Ginevra, Losanna, Davos e Berna quest’ultima squadra per la prima volta nell’hockey svizzero con una dama, Florence Schelling ex portiere della nazionale svizzera, come general manager. Il Lugano dovrebbe arrivare tra il quarto e il sesto posto, mentre per i leventinesi un piazzamento tra l’ottavo e il decimo posto sarebbe un grande successo.

Squadra sorpresa?
Le romande. Dapprima il Ginevra che con l’allenatore canadese Emond, vincitore di due titoli con gli Juniori Élite nel 2018/19, potrebbe ripetersi nel massimo campionato. E poi il Losanna che con una grande rivoluzione e la nuova pista potrebbe veramente sorprendere.

Squadra delusione?
Forse il Bienne, l’assenza momentanea, per malattia, dell’allenatore Törmänen sostituito da Lars Leuenberger potrà condurre ad una instabilità nei giocatori. Ma anche il Friburgo con la pressione della nuova pista, degli insuccessi degli ultimi anni e un Dubé tutto fare potrà sorprendere in negativo.

MAURO ANTONINI

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