Sono disponibili i primi risultati del progetto Corona Immunitas Ticino, condotto dall’Istituto di salute pubblica dell’Università della Svizzera italiana e dal Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI. Si tratta dei risultati relativi alla sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 nella popolazione ticinese di età compresa tra i 20 e i 64 anni, che si attesta all’11%.
Lo studio Corona Immunitas Ticino
A partire da luglio 2020, 8'000 persone residenti in Ticino di età compresa tra i 5 e i 104 anni ed estratte casualmente dall’Ufficio federale di statistica sono state progressivamente invitate a partecipare allo studio Corona Immunitas Ticino, che fa parte di un’iniziativa nazionale denominata Corona Immunitas. L’iniziativa è guidata dalla Swiss School of Public Health (SSPH+) di cui sono membri fondatori USI e SUPSI, ed è supportata dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica, da diversi Cantoni e numerose aziende. La finalità dello studio è misurare la diffusione del virus SARS-CoV-2, lo sviluppo dell’immunità, l’impatto sociale, economico e le conseguenze dell’epidemia sulla salute, mentale e fisica della popolazione. Grazie ad un sistema all’avanguardia di raccolta e di gestione dei dati, Corona Immunitas Ticino consente anche di monitorare settimanalmente e mensilmente l’andamento dei sintomi dovuti al COVID-19, la percezione del rischio, e i comportamenti atti a ridurre la diffusione del contagio.
Un test di altissima qualità
Per misurare la presenza degli anticorpi contro il SARS-CoV-2 nel sangue, lo studio impiega un test sierologico sviluppato dal Centre hospitalier universitaire vaudois (CHUV) in collaborazione con la Scuola politecnica federale di Losanna (EFPL), e il Centro svizzero per la ricerca sui vaccini. Il test è particolarmente adatto per gli studi di popolazione e per dare dati accurati, precisi e attendibili durante tutte le fasi dell’epidemia, non solo quella acuta. I campioni di sangue sono stati prelevati a luglio presso gli ospedali dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) sulle persone che fanno parte del campione statisticamente rappresentativo. I test sierologici sono poi stati eseguiti dall’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB), affiliato all’USI, e dal Laboratorio di microbiologia applicata della SUPSI, e ripetuti nei laboratori del CHUV. I campioni risultati positivi alla ricerca degli anticorpi indicano i partecipanti che sono stati infettati dal virus e che hanno sviluppato una risposta immunitaria.
I risultati della prima parte dello studio
L’altissima qualità del test impiegato e la rappresentatività del campione consentono di affermare che tra i circa 210'000 adulti residenti in Ticino circa 23'000 sarebbero a oggi entrati in contatto con il virus. Si nota che solo poco più di 2'000 casi sono stati notificati nel nostro Cantone dall’inizio dell’epidemia. Di fatto, alla prima fase dello studio, rivolta alla popolazione degli adulti di età compresa tra i 20 e i 64 anni, hanno aderito 1'300 persone che continuano a rispondere online ai questionari settimanali e mensili sull’evoluzione dell’epidemia e su come il suo impatto si modifichi nel tempo. Il test sierologico è stato eseguito su oltre la metà dei partecipanti (647). Lo studio Corona Immunitas a livello nazionale impiega lo stesso test, gli stessi metodi e le stesse procedure, consentendo così di confrontare i risultati