Ticino, 29 luglio 2020

Il veterinario cantonale sul caso Sturn: "Ci sono alternative"

BELLINZONA – a parte non vedere e non sentire, fosse sano, ha colpito il Ticino, scatenando diverse iniziative per far togliere dalla legge la possibilità di uccidere animali non malati.

Ma cosa ne pensa il veterinario cantonale? A Luca Bacciarini TicinoLibero ha chiesto se rimprovera qualcosa al collega che ha eseguito l’eutanasia, a chi imputa quanto successo (alla Polizia, al collega, alla padrona del cane, al canile che si è fidato di lei), cosa avrebbe consigliato se fosse stato sentito (era sabato e non è stato possibile contattarlo) e infine cosa pensa della legalità dell’uccisione di animali sani.

Bacciarini ci ha risposto sino a un certo punto, dato che esiste il segreto d’ufficio sul caso specifico. “Ho appreso della vicenda dalla stampa e ho potuto verificare alcuni punti di mia competenza”, ci spiega.
Dunque, parla in generale. “La legislazione federale prescrive che anche l’ultimo atto di rispetto verso l’animale, l’eutanasia, deve essere attuato nel pieno rispetto dell’animale ed evitando il più possibile dolori, sofferenze e stress. Un ultimo atto che il detentore
sceglie di compiere, aiutato dal suo veterinario, dopo aver valutato lo stato di salute dell’animale e la qualità di vita dell’animale con le patologie in atto. La stessa legislazione non prevede un divieto di eutanasia di animali sani o comunque affetti da patologie che non perturbano in modo significativo la qualità di vita dell’animale”, ci dice, regole che purtroppo conosciamo.

“In generale se un detentore si ritrova nell’impossibilità, per motivi diversi, di gestire il proprio animale, è bene comunque sottolineare che può optare per altre alternative come ad esempio la cessione ad una società protezione animali”, precisa. Ed è quanto non è stato fatto, dato che il canile da dove Sturn era stato adottato l’avrebbe ripreso, e probabilmente anche le varie società che si occupano degli animali in Ticino lo avrebbero preso con loro.

Va detto che il codice deontologico svizzero dei veterinari comunque, al punto 3.4, afferma come essi “si oppongono ad accorciare la vita in base alla sola richiesta del proprietario”, come era il caso di Sturn .

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