*Dal Mattino della Domenica
Giuseppe (il nome completo è conosciuto alla redazione) a inizio anno ha iniziato a lavorare come autista presso una ditta di Zurigo. Disoccupato, con famiglia e al beneficio dell’assistenza, lo scorso autunno aveva mandato il suo curriculum a varie ditte svizzere e alla fine è stato contattato da un’azienda della città della Limmat.
“Ero felice. Per me e per mia moglie. Negli ultimi anni abbiamo vissuto una situazione da incubo. Non riuscivo a vedere il fondo del tunnel, avevo perso la speranza. Poi ecco spuntare questa opportunità a Zurigo”.Un lavoro che comprendeva lunghi viaggi in giro per l’Europa e pure trasferte anche in Ticino, la sua terra natale. “Avevano già programmato dei bus per portare della gente alle Processioni storiche di Mendrisio. Insomma:
Giuseppe (il nome completo è conosciuto alla redazione) a inizio anno ha iniziato a lavorare come autista presso una ditta di Zurigo. Disoccupato, con famiglia e al beneficio dell’assistenza, lo scorso autunno aveva mandato il suo curriculum a varie ditte svizzere e alla fine è stato contattato da un’azienda della città della Limmat.
“Ero felice. Per me e per mia moglie. Negli ultimi anni abbiamo vissuto una situazione da incubo. Non riuscivo a vedere il fondo del tunnel, avevo perso la speranza. Poi ecco spuntare questa opportunità a Zurigo”.Un lavoro che comprendeva lunghi viaggi in giro per l’Europa e pure trasferte anche in Ticino, la sua terra natale. “Avevano già programmato dei bus per portare della gente alle Processioni storiche di Mendrisio. Insomma:
tutto sembrava volgere al meglio. Invece…”
Il nostro interlocutore continua, affranto: “ Invece ho lavorato per circa un mese mezzo e poi ecco la mazzata. Sono stato in permesso per due giorni a Lugano, la città nella quale avevo vissuto sino a dicembre, e per questo motivo i padroni della mia ditta mi hanno impedito di tornare a lavorare a causa del virus, che si stava manifestando in Ticino. A partire da quel momento non mi hanno più fatto guidare i loro torpedoni. Mi hanno messo in quarantena e alla fine, verso marzo mi hanno lasciato a casa”.Assurdo. “Sono tornato al punto di partenza ma non mollo: ho chiesto un aiuto dallo Stato per verificare se questo licenziamento sia lecito o meno”. Aspetto risposte. Il Covid 19 continua a mietere vittime: non solo negli ospedali…
Il nostro interlocutore continua, affranto: “ Invece ho lavorato per circa un mese mezzo e poi ecco la mazzata. Sono stato in permesso per due giorni a Lugano, la città nella quale avevo vissuto sino a dicembre, e per questo motivo i padroni della mia ditta mi hanno impedito di tornare a lavorare a causa del virus, che si stava manifestando in Ticino. A partire da quel momento non mi hanno più fatto guidare i loro torpedoni. Mi hanno messo in quarantena e alla fine, verso marzo mi hanno lasciato a casa”.Assurdo. “Sono tornato al punto di partenza ma non mollo: ho chiesto un aiuto dallo Stato per verificare se questo licenziamento sia lecito o meno”. Aspetto risposte. Il Covid 19 continua a mietere vittime: non solo negli ospedali…
*Edizione del 2 maggio 2020