Ticino, 05 maggio 2020

Gobbi: "L'esercito è vitale anche in tempo di pace"

*Dal Mattino della Domenica

“Ci sono importanti aspetti che spesso sfuggono all’analisi fronte a questa emergenza sanitaria. particolare all’organizzazione permette di far funzionare sistema sanitario. grande lavoro di riorientamento delle strutture ospedaliere, esempio, è stato sostenuto in modo importante militi Protezione civile e dell’Esercito”.

Il Consigliere di Stato Norman Gobbi a poco più di due mesi ormai dall’inizio della crisi sanitaria esprime suo ringraziamento a due istituzioni che fanno grande la Svizzera. “È l’occasione per sottolineare l’apporto dato da Esercito, Protezione civile e Servizio civile nell’affrontare situazioni nuove che si sono create. In tutta la Svizzera e in Ticino in particolare l’impiego ha dimostrato la validità di queste istituzioni a favore della protezione della popolazione. Soprattutto nostro milizia è dimostrato permesso coinvolgimento attivo di parecchie donne e uomini che generosamente hanno risposto presente, contribuendo ad affrontare la crisi”, sottolinea il direttore del Dipartimento delle Istituzioni.
Ma si può quantificare questo impegno?

“L’Esercito ha messo a disposizione una compagnia sanitaria, che opera a livello cantonale. Possiamo dire che circa 200 soldati hanno e stanno svolgendo i loro compiti, soprattutto legati all’ambito
sanitario. Per quanto riguarda la Protezione civile impegnatanella logistica, nei trasporti, nei controlli e che impiega per meno giorni i militi, il numero aumenta e ci attestiamo attorno alle 800 unità. I civilisti presenti nelle strutture socio-sanitarie sono una sessantina”, precisa Norman Gobbi.
Si può dunque dire che Esercito e Pci hanno risposto presente alle richieste di sostegno giunte in questa situazione.

“In effetti, prosegue il Consigliere di Stato Norman Gobbi, la crisi ha dimostrato che il nostro Paese è dotato di strumenti efficaci per affrontare anche le situazioni più impegnative. Il nostro sistema di milizia, poi, è un valore aggiunto, perché permette di coinvolgere donne e uomini che trovano motivazioni supplementari legate allo spirito volontaristico. Mettersi a disposizione per il bene comune – e in questo caso per dare una mano in una circostanza che ha risvolti drammatici o comunque molto pesanti sulla vita quotidiana – fa crescere e maturare tutta la società civile. Per questo motivo non posso che ringraziare tutti i militi che si sono impegnati sino a oggi e che continueranno a farlo anche nelle prossime settimane, assieme alle persone che li guidano per svolgere al meglio i loro compiti”, conclude il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.


*Edizione del 3 maggio 2020

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