La dichiarazione dell’intera Lombardia quale zona rossa a seguito dell’emergenza coronavirus ha messo in luce la totale inadeguatezza del Consiglio federale.
Infatti:
- L'Italia, come si poteva immaginare, ha già taroccato il proprio decreto sulle zone rosse, che stabiliva che da esse si può uscire solo per motivi professionali o familiari "gravi ed inderogabili". Questi motivi professionali "gravi ed inderogabili" possono valere per i frontalieri (sani) necessari al funzionamento del sistema sanitario ticinese o dei servizi di base. Certamente non per i 45mila assunti nel terziario (quanti a scapito di lavoratori ticinesi?).
- Tutta la Lombardia è zona rossa, però per Berna i 70mila frontalieri possono entrare in Ticino come se niente fosse. Decisione scandalosa presa per fare gli interessi di saccoccia di chi? Agli svizzeri il Consiglio federale dice di non andare in Italia: quindi ammette che il pericolo è reale! O vuoi vedere che, secondo i “grandi statisti” bernesi, il permesso G garantisce contemporaneamente l'immunità da coronavirus? Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
- Un cittadino lombardo non può recarsi, se non per motivi gravi, in un’altra regione italiana. Lo stesso vale addirittura all’interno di una stessa regione, tra le provincie in zona rossa e quelle che non lo sono. Però questo stesso cittadino lombardo, se frontaliere, entra Svizzera senza alcuna limitazione?
- Il Consiglio