Ticino, 01 marzo 2020

Coronavirus, "piste chiuse, ma frontiere spalancate?"

*Dalla prima pagina del Mattino della Domenica

Come previsto, il coronavirus imperversa in Lombardia e si sta diffondendo anche in Svizzera. Cantone e Confederella hanno deciso una serie di misure per contrastare il contagio (stop ai carnevali, stop agli eventi,…) ma naturalmente ai confini non è previsto proprio nulla! Zero di zero!

Frontiere spalancate! Così tutti i giorni entrano in Ticino senza alcun filtro 70mila frontalieri dichiarati, più quelli in nero, più le svariate migliaia di padroncini, più… e tutti in arrivo dalla Lombardia! Questo mentre il resto del mondo blocca o mette in quarantena chi giunge dalle regioni italiane più colpite dall’epidemia!

Il colmo è che perfino la ro$$a R$I ha imposto ai collaboratori frontalieri, e a quelli che hanno varcato la ramina di recente, di non presentarsi al lavoro fino al 15 marzo!
Sicché le piste di ghiaccio vengono blindate, i carnevali vengono cancellati, mentre le frontiere rimangono aperte indiscriminatamente? Qui qualcuno è fuori come un balcone! E siamo stufi di sentire raccontare la storiella dei frontalieri indispensabili al settore sanitario e blablabla.

Uella, forse che tutti i 70mila frontalieri lavorano negli ospedali? Ma non fateci ridere! I due terzi sono attivi nel terziario! Quindi filtrare e ridurre si può eccome! Però i camerieri bernesi dell’UE si rifiutano farlo, perché per costoro il sacro dogma delle frontiere spalancate viene prima della salute della popolazione!

Ed i soldatini della casta hanno poco da strillare allo sciacallaggio (uhhh, che pagüüüraaa!) per denigrare chi chiede che vengano prese anche misure sul confine! Misure che rispondono solo ad una logica di prevenzione e di buonsenso!

*Edizione dell'1 marzo 2020

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