Ticino, 14 febbraio 2020
Marioli: "Naturalizzazioni, un tema sentito. Aumentiamo la trasparenza e la lotta agli abusi"
La Commissione giustizia e diritti appoggia pienamente l’iniziativa di Nicholas Marioli, ex deputato in Gran Consiglio, poi ripresa da Omar Balli e Se, Genini: il criterio di rimborso delle prestazioni assistenziali percepite negli ultimi dieci anni nella Legge sulla cittadinanza ticinese e sull’attinenza comunale deve essere inserito nella legge per le naturalizzazioni.
Marioli esprime soddisfazione ed anche sorpresa.
Si aspettava che la Commissione si schierasse a suo favore?
“Assolutamente no! È stata un grande sorpresa per il sottoscritto! Quando ho appreso dai media che la Commissione giustizia e diritti aveva emesso un rapporto unico di maggioranzaa favore della mia proposta è stata una grande soddisfazione! Sono felice di aver dato il mio contributo per la collettività, seppur limitato, anche a livello cantonale!”
Quanto ha influito il voto in Argovia secondo lei?
“Più che il voto di Argovia, ritengo che in generale il fatto che anche parecchi altri Cantoni abbiano (tra cui Berna e Grigioni) già introdotto questa legge a livello cantonale ha sicuramente facilitato tutto e ha velocizzato i tempi, per noi, di qualche anno. Poi il recente risultato scaturito alle urne in Argovia, spero che abbia convinto ulteriormente ancora qualche indeciso. Le risposte le avremo la settimana prossima, vedremo che risultato uscirà dal Gran Consiglio ticinese”
Che motivazione citerebbe per far sì che la sua iniziativa venga accettata?
“Le mie argomentazioni sono molto semplici; parto semplicemente
dalla mia esperienza personale quale membro della Comissione Petizioni di Lugano in questo quadriennio. La nuova legge federale in materia di naturalizzazioni, entrata in vigore nel 2018, ha portato sicuramente molti aspetti positivi, primo su tutti il criterio del permesso C (in precedenza anche i permessi B potevano fare richiesta di naturalizzazione). Secondariamente molti aspetti sono stati inaspriti come anche il criterio della partecipazione alla vita economica o dell’acquisizione di una formazione e queste nuove regolamentazioni sono molto positive. Tuttavia è necessario anche fare maggior chiarezza per le prestazioni assistenziali, che non è un criterio marginale (anzi!!), aumentando da tre a dieci anni il periodo di riferimento. Questa misura aumenterà sicuramente la trasparenza e la lotta agli abusi”.
Quali sono i temi contrari che teme?
“Sinceramente non saprei cosa rispondere, perché ci sono delle argomentazioni contrarie alla mia proposta?”
La questione crede sia sentita?
“Assolutamente sì, soprattutto alla luce dei casi emersi negli ultimi anni dove ne abbiamo sentiti un po' di tutti i colori. Questi fatti ci insegnano a mai abbassare la guardia e a vigilare sempre su qualsiasi atto di naturalizzazione, che deve rimanere un esercizio di natura politica e non burocratica. Inoltre su questo tema si sente spesso la fatidica frase “tanto non si può fare niente…”, la mia proposta vuole invece dimostrare che dobbiamo sempre mobilitarci per il miglioramento dell’attuale sistema e mai dormire sugli allori”.