Opinioni, 17 gennaio 2020

Il giudice politicizzato ed i fascisti climatici

Una sentenza scandalosa, degna di una Repubblica delle banane. Questa è l’unica definizione possibile per l’astrusa decisione, presa dal giudice unico del Tribunale di polizia di Losanna, di assolvere i dodici attivisti (?) climatici che nel 2018 avevano occupato i locali del Credit Suisse per protestare contro gli investimenti effettuati dalla banca. Investimenti, a dire dei manifestanti, non “climaticamente corretti”.

La violazione di domicilio come pure la resistenza agli ordini di polizia, che sono dei reati penali, sono stati indubbiamente commessi. Ma il giudice unico di Losanna ha stabilito che i dodici nullafacenti avrebbero agito in stato di legittima necessità. L’articolo 17 capoverso 3 del Codice penale svizzero al proposito recita: “Chiunque commette un reato per preservare un bene giuridico proprio o un bene giuridico altrui da un pericolo imminente e non altrimenti evitabile agisce lecitamente, se in tal modo salvaguarda interessi preponderanti”.

Cosa c’entra questo articolo con l’occupazione dei locali del Credit suisse? Assolutamente nulla, e lo capisce anche il Gigi di Viganello. Quale sarebbe il bene sottoposto a pericolo imminente? Ed in che modo questo bene sarebbe stato salvaguardato dai sedicenti attivisti climatici? Costoro hanno forse impedito una rapina? Hanno sventato un’aggressione? No di certo! Hanno semplicemente
commesso due reati penali ed adesso arriva il giudice politicizzato a sostenere che si può delinquere perché “siamo in emergenza climatica” (farlocca). Anche se fosse, forse che l’okkupazione ha risolto d’incanto i problemi del clima? Ovvio che no!

Gli eco-isterici pretendono di imporre la propria verità agli altri. Con la denigrazione (abuso del termine di “negazionisti”), con la delegittimazione, con la violenza. E questo sistema ha un nome ben preciso: si chiama fascismo. Ed è gravissimo ed indegno che chi dovrebbe imporre il rispetto delle leggi ne benedica invece la violazione. Questa non è la Svizzera!

Comunque, poiché in Ticino non c’è alcuna emergenza climatica ma c’è invece un’emergenza occupazionale - che annovera tra i principali responsabili proprio i rossoverdi spalancatori di frontiere - chi vorrà potrà liberamente fare irruzione nelle sedi delle aziende che assumono frontalieri invece dei ticinesi, potrà organizzare dei sit-in dogana bloccando le frontiere, potrà anche tagliare le gomme delle auto con targhe azzurre rispettivamente dei politicanti pro-libera circolazione: poiché siamo in emergenza occupazionale, tali azioni sono coperte dallo stato di necessità.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi

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