Sport, 24 dicembre 2019
Per il Lugano sarà un Natale cupo, per l’Ambrì sotto l’albero ci sarà tanta convinzione
I risultati ottenuti ieri sera certificano le difficoltà croniche dei bianconeri e la crescita dei leventinesi che, nonostante la sconfitta contro il Davos, lanciano sempre più segnali confortanti
LUGANO/AMBRÌ – Il 2019 del campionato di hockey svizzero è andato in archivio. Si è concluso con una classifica rivoluzionata in testa, con lo Zugo che ha raggiunto i Lions, e dannatamente complicata in coda, soprattutto per il Lugano.
I bianconeri al cospetto del Losanna, col quale hanno sempre perso in stagione, hanno dimostrato ancora una volta tutte le loro difficoltà. La 20a sconfitta stagionale non è giunta per caso per un complesso che fatica enormemente a segnare – solo 79 le reti siglate, il terzo peggior attacco del campionato – e che di conseguenza incassa un gol dietro l’altro e arranca in maniera sconsiderata. Il 2019 si era aperto con le enormi difficoltà palesate dal gruppo allenato allora da Ireland, era continuato con l’eliminazione netta e secca nei quarti di finale dei playoff per mano dello Zugo, fino ad arrivare alla sconfitta di ieri contro i vodesi che ha sancito l’11° posto in graduatoria. Questo dopo l’addio ad Habisreutinger in estate e l’esonero di Kapanen, giunto sulla panchina del Lugano la scorsa primavera.
Insomma… un anno nero, da dimenticare. Anche vedere ieri Klasen con la maglia di Top Scorer ha fatto davvero un certo effetto: lo svedese, che non ha giocato

neanche tutte le partite, è fermo a quota 3 alla voce reti segnate. Ok i 17 assist firmati, ma se con 3 reti sei il leader della classifica a punti della tua squadra… qualcosa non quadra. Insomma, il 2019 si è chiuso come peggio non poteva. Ma continuando così, e tempo per cambiare e invertire la rotta ce n’è ancora, il 2020 si preannuncia ancora più problematico…
Se sulle rive del Ceresio ci si danna l’anima e si pensa a lavorare, in Leventina il lavoro non manca e continuerà anche durante la Spengler, ma almeno i sorrisi non mancano. Per carità, l’Ambrì è ancora sotto la linea, a pari punti col Berna ottavo, ma è innegabile che anche il punticino conquistato ieri in casa contro il Davos sia di buon auspicio. Tra infortuni, squalifiche e chi più ne ha più ne metta, il gruppo di Cereda sembra aver trovato la quadra giusta e degli stranieri che possono fare la differenza.
Non solo… gli stessi giovani svizzeri stanno trovando la fiducia necessaria per non far rimpiangere gli assenti: Mazzolini, Neuenschwander, Hinterkircher hanno tutti trovato la via della rete, hanno tutto trovato equilibrio e mentalità. La mano di Cereda, insomma, si vede e va applaudita.