Per l'intelligence svizzera (SIC) l'imam di Lugano Samir Jelassi sarebbe una minaccia "duratura per la sicurezza del Paese" quale "guida spirituale" della moschea di Viganello, in passato più volte toccata da indagini giudiziarie. Ma di questo la SIC non avrebbe abbastanza elementi per una denuncia penale, ma sufficienti per dare un preavviso negativo alla richiesta di naturalizzazione di Jelassi.
Una situazione singolare che ha portato l'imam ha sporgere denuncia contro ignoti, dicendosi vittima di una vendetta di funzionari del SIC.
Con il suo legale, Paolo Bernasconi, Jelassi ha organizzato una conferenza stampa all'hotel Pestalozzi di Lugano per chiarire la sua posizione che, come aveva riferito nei giorni scorsi il quotidiano italiano Libero, lo vede accusato di avere "legami con il terrorismo".
Accuse che, come detto, gli sono valse il preavviso negativo da parte del SIC alla sua richiesta di naturalizzazione, presentata nel 2014. Richiesta che, spiega Bernasconi, sarebbe "tuttora pendente" ma è stata sopesa a seguito del parere negativo del SIC.
Il religioso ha quindi sporto denuncia ai funzionari della Segreteria di stato della migrazione per diffamazione e ingiuria, ma il Ministero pubblico della Confederazione ha archiviato la denuncia con un non luogo a procedere e la vicenda è ancora pendente davanti al Tribunale federale.
"Si tratta di insinuazioni senza fondamento. Vengo accusato senza prove su qualcosa che ho combattuto tutta la vita" ha dichiarato Jelassi, sostenendo di avere "collaborato per anni con le istituzioni elvetiche proprio contro il fondamentalismo, e a favore del dialogo religioso".
"Sono una persona civile, condanno