TICINO - Alle 18.10 di quattro anni fa, il tempo si fermò. Non solo per chi lo conosceva, ma per Lugano e per l’intero Cantone. Era l’istante in cui Marco Borradori se ne andava, lasciando un vuoto che ancora oggi si avverte.
Nel suo ricordo, l’amico e collega Daniele Caverzasio ha scritto parole toccanti: «E in quell’attimo il rumore della vita è diventato silenzio». Poi, il ritratto di un uomo che «non aveva bisogno di titoli per essere grande», che accoglieva con un sorriso e trasmetteva calma anche nei momenti più tesi.
«Marco – prosegue Caverzasio – non cercava di impressionarti, ma riusciva sempre a lasciarti qualcosa. Per me è stato un esempio di leadership senza arroganza, di autorevolezza con l’anima, di gentilezza che era forza vera». Un insegnamento che continua a vivere, invisibile ma presente, nei gesti e nei valori di chi lo ha conosciuto.
Il ricordo si chiude con una riflessione: «Il vero segno che lasci non è quello che fai per te stesso, ma quello che fai nascere nel cuore degli altri». Parole che, a distanza di quattro anni, rendono chiaro quanto Borradori continui a camminarci accanto.