Mondo, 09 settembre 2019

Italia: i $inistrati al potere ci porteranno solo rogne

Roma, creato l’esecutivo-Frankenstein: bloccare i ristorni e chiudere le frontiere!

Certo che le vicissitudini dei vicini a sud sono assai poco rassicuranti. A Roma è nato l’ennesimo governo non eletto, anzi contro la volontà degli elettori, dove mena il torrone chi non ha i voti (se non qualche decina di migliaia di consensi “social”). E’ il colmo: alle elezioni i cittadini votano sovranista e, a seguito del consueto intrallazzo di palazzo, si trovano un governicchio sovranofobo, spalancatore di porti, multikulti, inginocchiato a Bruxelles. Con infiltrazioni anche di comunisti, tanto per non farsi mancare nulla. Uno dei governi più a $inistra della storia della Repubblica.

Gli eurobalivi si congratulano

Obiettivo dell’operazione-inciucio tra pentastellati e kompagni PD – con i secondi che porteranno a spasso i primi - era, evidentemente, quella di mantenere le cadreghe di tromboni e soldatini, nani e ballerine, dopo aver passato l’anno precedente a dirsene di tutti i colori. C’è una “certa analogia” con l’inciucio cadregaro tra ex partitone e PPD che fa brutta mostra di sé alle nostre latitudini.
Ovviamente, sulla durata del nuovo pateracchio italico sono aperte le scommesse. Altrettanto ovviamente, i balivi UE ed i loro addentellati (vedi la presidenta dalla Banca centrale europea Lagarde) sono corsi a congratularsi con il vecchio che avanza: via gli odiati nazionalisti, grande ritorno (“A volte ritornano” è il titolo di una nota raccolta di racconti horror di Stephen King) dei camerieri di Bruxelles a cui schiacciare gli ordini!

Finti rifugiati: dentro tutti

I ro$$i cadregari del Belpaese, a non averne dubbio, non ci metteranno molto ad affossare i decreti sicurezza varati dall’odiato Salvini ed a riaprire i porti ai finti rifugiati con lo smartphone. Anche solo per ripicca: non per niente la $inistruccia, al di qua come al di là della ramina, è il partito dell’odio, dell’intolleranza e della denigrazione sistematica dei “nemici”.

Ora, se in questo sfigatissimo Cantone al momento arrivano meno finti rifugiati, ciò avviene in gran parte perché i vicini a sud hanno chiuso i porti. Certo, non stupisce che dalle nostre parti i $inistrati esultino in prospettiva di una riapertura: il business rosso dell’asilo lo gestiscono in gran parte loro ed i loro amici. Ma è evidente che chi gongola in vista di nuove ondate di migranti economici, quindi persone che non hanno affatto diritto all’asilo, farà il piacere, tanto per una volta, di dimostrare coerenza: e quindi di ospitare questi giovanotti (tutti uomini soli, altro che famiglie) in casa propria ed a proprie spese. Che addirittura il Consigliere di Stato P$, invece di pensare ai problemi dei ticinesi, auspichi su faccialibro (facebook) la
riapertura dei porti italiani – con tutte le conseguenze del caso anche alle nostre latitudini – è indicativo di quali siano le priorità della gauche caviar; quella che in ottobre sogna di
raddoppiare le proprie cadreghe a Berna.

Assalti alla piazza finanziaria

Ovviamente il pateracchio Conte-bis ci porterà problemi anche in altri ambiti, non solo per quanto attiene ai finti rifugiati. E’ chiaro che il “nuovo” (?) accordo sulla fiscalità dei frontalieri è non solo morto e sepolto, ma ormai cremato. Dai kompagni del PD sono arrivate indicazioni assai esplicite su questo. Quindi, per il Ticino rimane solo l’opzione del blocco dei ristorni e della disdetta della Convenzione del 1974. Sicché il governicchio cantonale farà bene a darsi una mossa.

Prepariamoci al peggio

I rapporti con la Penisola, non lo scopriamo certo oggi, sono tutt’altro che facili. Indipendentemente dal colore del governo in carica. Avere a Roma dei ministri leghisti poteva aiutare nella misura in cui, fermo restando che ognuno fa il leghista in casa propria, alcune posizioni ticinesi potevano essere quantomeno comprese dall’italica controparte. Anche se evidentemente ognuno – italiani e ticinesi – deve difendere gli interessi dei propri concittadini, per lo meno si era sulla stessa lunghezza d’onda.

Prepariamoci dunque al peggio in prospettiva delle prime iniziative del governo- Frankenstein insediato a Palazzo Chigi. Tra queste iniziative – sicuro come l’oro – non mancheranno gli attacchi alla piazza finanziaria ticinese, o a ciò che ne rimane. E visti i recenti precedenti francesi (dati di 40mila clienti di UBS consegnati alle autorità di Parigi), e considerato l’andazzo tra i burocrati euroturbo dell’amministrazione federale delle finanze, tra i legulei internazionalisti del Tribunale federale e con in più – fatto gravissimo! – un ministro degli esteri PLR che va in giro a bullarsi che lui mai dirà “Switzerland first” (grazie ex partitone per regalare al Paese statisti di simile levatura!), lo sfacelo è assicurato. Ma i $inistrati nostrani, accecati dall’odio antileghista, esultano per il nuovo governo farlocco di Roma!

Chiudere le frontiere

E’ poi evidente che, nel caso in cui i soldatini del Conte-bis dovessero decidere di riaprire i porti all’immigrazione clandestina, come assai probabile, la Svizzera deve chiudere le frontiere. Anzi, tanto per non sbagliare, l’applicazione dei fallimentari accordi di Schengen la sospendiamo subito! Tanti Stati UE lo fanno senza tante paturnie.
Atto parlamentare a Berna in arrivo!

LORENZO QUADRI / MDD

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