Negli scorsi giorni Giorgio Ghiringhelli del movimento Il Guastafeste ha inviato a tutti i deputati del Gran Consiglio una lettera, in veste di promotore dell'iniziativa per la legittima difesa, in cui risponde punto per punto alle critiche e ai dubbi sollevati dagli oppositori alla sua iniziativa.
Nella lettera Ghiringhelli ha inoltre precisato che qualora il Gran Consiglio approvasse il controprogetto presentato da una minoranza della Commissione Giustizia e Diritti, l’iniziativa verrebbe ritirata, in modo da “evitare di di spendere inutilmente circa 350'000 franchi per una votazione il cui esito a favore dell’iniziativa sarebbe scontato” secondo Ghiringhelli.
Dato che il Parlamento è stato in buona parte rinnovato pochi mesi fa e che l’iniziativa era stata lanciata nel 2016, Ghiringhelli ha colto l’occasione non solo per controbattere alle argomentazioni contro l’iniziativa , ma anche per ricordare a tutti i deputati vecchi e nuovi alcuni passaggi dei pareri giuridici a suo tempo espressi dal consulente giuridico del Gran Consiglio (Tiziano Veronelli) in occasione dell’esame sulla ricevibilità dell’iniziativa, che venne approvata senza alcun voto contrario nella seduta del 29 maggio 2017.
Di seguito la lettera integrale inviata da Ghiringhelli ai deputati del Gran Consiglio:
Iniziativa “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”
Gentili deputate, egregi deputati,
nella sessione del 16 settembre sarete chiamati a prendere posizione sull’iniziativa popolare “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa” e sul controprogetto elaborato da una minoranza della Commissione giustizia e diritti. Nella mia veste di ideatore e principale promotore dell’iniziativa mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione alcune mie riflessioni di carattere generale e delle considerazioni relative alle principali critiche rivolte all’iniziativa.
Riflessioni di carattere generale
I promotori dell’iniziativa ribadiscono che in caso di approvazione del controprogetto l’iniziativa sarà ritirata. In caso contrario la votazione popolare sarà inevitabile e, dopo aver tastato il polso ai cittadini di tutte le tendenze politiche su questo argomento durante la raccolta delle 9'248 firme, siamo convinti che l’iniziativa verrà accolta con un’ampia maggioranza. Ma davvero i rappresentanti del popolo, su una questione di così secondaria importanza, sono disposti a far spendere allo Stato ca. 350'000 franchi per una votazione dall’esito scontato e a rimediare una figuraccia politica (per non aver capito che aria tirava anche fra gli elettori del proprio partito) ?
Non mi risulta che il tema della legittima difesa facesse parte dei programmi elettorali dei vari partiti, e dunque mi auguro che i rappresentanti del popolo non si sentano costretti a seguire le indicazioni di voto dei rispettivi partiti o gruppi e che possano votare con la loro testa, perché solo in questo modo la decisione che ne scaturirà potrà riflettere la volontà popolare. Sarebbe ben strano se il 70% dei deputati bocciasse l’iniziativa e se poi il 70% dei cittadini (compresi molti PLR,PPD e PS) dovesse invece approvarla…
Piaccia o non piaccia, l’iniziativa tocca un argomento che in futuro potrebbe toccare da vicino qualsiasi cittadino indipendentemente dalle sue idee politiche o dalla sua appartenenza partitica. Non a caso nel comitato promotore vi sono ben 4 consiglieri nazionali in rappresentanza di tre partiti (Lega, UDC e PPD), 2 candidati al Consiglio degli Stati alle prossime elezioni federali (Lega e UDC),3 ex-deputati del GC (PS, PPD e PLR) e 2 ex-candidati al GC (Verdi liberali e Area liberale).
Considerazioni sulle critiche all’iniziativa
A. L’iniziativa va respinta perché il testo presenta delle lacune in quanto non definisce i dettagli utili e essenziali per l’ottenimento del rimborso di tutte le spese procedurali, e cioè ad esempio i termini e le modalità del rimborso.
In effetti i promotori dell’iniziativa si erano limitati a enunciare il principio del rimborso integrale delle spese procedurali per i casi di legittima difesa, lasciando al Legislatore cantonale il compito di definire i dettagli tecnici. Per quanto strana possa sembrare questa procedura, essa è stata considerata lecita dal Gran Consiglio, che nella seduta del 29 maggio 2017 aveva votato a favore della ricevibilità dell’iniziativa (con 56 SI , 13 astensioni e nessun voto contrario).
E quindi è un po’ tardi, ed è anche un po’ pretestuoso, sostenere ora che l’iniziativa debba essere respinta a causa di queste “lacune tecniche”, tanto più che il controprogetto (come del resto aveva suggerito di fare il consulente giuridico del GC nel suo rapporto del 21 gennaio 2017, punto 5 a pag. 6, e in quello del 26 aprile 2017, punto 3) ha colmato per l’appunto queste lacune, aggiungendo a titolo abbondanziale pure un articolo condiviso dai promotori che prevede la possibilità di ridurre l’indennizzo integrale richiesto dall’iniziativa “ se la pretesa dell’imputato risulta manifestamente eccessiva o abusiva”. Cosa si vuole di più ?
E cosa succederebbe se il GC bocciasse il controprogetto e il Popolo approvasse l’iniziativa con le sue “lacune”” ? Succederebbe semplicemente (come ha spiegato il consulente giuridico nel suo rapporto del 26 aprile 2017,