Sport, 28 luglio 2019
“30’ di grande calcio, ma serve umiltà”: il Celestini pensiero
L’allenatore del Lugano ha analizzato lo 0-0 ottenuto contro il Thun: “Nel primo tempo abbiamo fatto ottime cose, ma contro la difesa schierata abbiamo avuto qualche difficoltà in più”
LUGANO – Lucido, chiaro come sempre. Schietto e leale come al suo solito. Fabio Celestini si è presentato così ai microfoni della stampa nel dopo partita della sfida pareggiata in casa contro il Thun: un pareggio che poteva essere una vittoria per quanto visto sul manto verde di Cornaredo.
“Sono contento di quanto fatto dai ragazzi nel primo tempo. Siamo riusciti anche a cambiare il modulo in corsa – ha esordito l’allenatore bianconero – Questa è una cosa che mi rende davvero felice, abbiamo anche questa possibilità. Abbiamo mostrato 30’ di grande calcio, non abbiamo fatto gol è vero e questo ci ha rovinato la festa: il Thun nel secondo tempo ha capito che non poteva più venirci a prendere alti, anche a causa del grande caldo, e gli spazi si sono chiusi. Dovevamo fare più possesso e non è stato facile: si è creato un’altra partita, ma alla fine la squadra non ha voluto perdere e questo è un segnale di maturità”.
Come te la spieghi questa difficoltà nel creare gioco e occasioni contro una difesa schierata?
Abbiamo una squadra che l’anno scorso è giunta quarta, non possiamo pensare che il Lugano giocando in casa batta 4-0 chiunque: ci vuole umiltà e dobbiamo rispettare le nostre avversarie. Giocare contro una squadra schierata non è facile, chiaro che se la sblocchi tutto cambia… ma la stessa cosa è successa anche a noi, visto che abbiamo concesso poco o nulla. Chiaro che se davanti si spengono Bottani, Rodriguez e Aratore dopo risulta complicato creare qualcosa. Poi ovviamente forse non abbiamo trovato
il modo di fare breccia.
Manca qualcosa a questa squadra per attaccare le difese schierate?
Non manca nulla a questa squadra, abbiamo dovuto giocare 2-3 partite nella stessa partita ma la squadra è rimasta sul pezzo. Ogni partita ha la sua storia, ma non vuol dire che se hai possesso palla vinci per forza. Nel secondo tempo non siamo riusciti più a fare il nostro gioco, sia per demerito nostro che per meriti loro… ma cerchiamo di prendere le cose positivi. 4 punti in 2 partite, siamo ancora in vetta, non abbiamo preso gol! Ricordiamoci di essere umili, in squadra questa cosa è molto chiara.
Sei più contento delle cose positive che si sono viste in campo, o più amareggiato della vittoria sfumata?
A me interessano i contenuti in ottica futura: se vinci giocando male non puoi essere felice, perché sai che non puoi vincerle tutte così. In quella mezz’ora, invece, ho visto ottime cose che non avevo visto a Zurigo. Sono molto contento di questo, ma dobbiamo lavorare sulla difesa schierata. Mi dispiace per il risultato, perché meritavamo di vincere e potevamo continuare a restare a punteggio pieno.
In conclusione: come si vive la VAR?
La VAR è stata giusta, chiaramente emotivamente parlando non è bello segnare il gol che poteva sbloccare la sfida, e poi vedersi annullare la rete. Ma non c’è da contestare nulla. Bisogna essere chiari: il calcio è diventato un business, ci sono milioni di franchi in ballo, tutto quindi deve essere giusto e corretto, vincere o perdere per una rete irregolare non esiste e non deve avvenire.